Campi Bisenzio, ci sono frutta e verdura ma è l’esca di una trappola per animali selvatici: denunciato dai Carabinieri

CAMPI BISENZIO – C’erano frutta e verdura ma in realtà era l’esca di una trappola per animali selvatici. La coperta è stata dei militari della Stazione Carabinieri forestale di Ceppeto che, sulla base di una segnalazione circostanziata da parte del Wwf, circa l’uso di trappole per la cattura della fauna selvatica presso un fondo agricolo […]

CAMPI BISENZIO – C’erano frutta e verdura ma in realtà era l’esca di una trappola per animali selvatici. La coperta è stata dei militari della Stazione Carabinieri forestale di Ceppeto che, sulla base di una segnalazione circostanziata da parte del Wwf, circa l’uso di trappole per la cattura della fauna selvatica presso un fondo agricolo in Campi Bisenzio, hanno effettuato una serie di sopralluoghi per verificarne l’attendibilità. I Carabinieri forestali si sono portati sui luoghi indicati dove hanno accertato la presenza di almeno due trappole per la cattura di animali selvatici, predisposte alternativamente nelle vicinanze di una porzione di terreno adibita a orto. Sul posto hanno notato una persona intenta ad “armeggiare” nel punto in cui era stata rinvenuta la trappola caricata e raccogliere ortaggi per poi allontanarsi dall’orto. L’uomo è stato subito identificato e condotto nell’orto dove ha dichiarato di avere predisposto la trappola perché gli animali selvatici, come per esempio gli istrici, danneggiavano l’orto e i suoi prodotti. In particolare i militari hanno individuato una trappola attiva, con esca costituita appunto da frutta e verdura, nonché una pastiglia di anticoagulante per topi. Con grande fantasia fra l’altro visto che tutto era stato allestito in modo tale da creare un percorso delimitato da materiali vari, con andamento a imbuto verso l’ingresso della trappola. L’uomo, un pensionato della zona, è stato quindi denunciato all’Autorità giudiziaria per uso di trappole e congegni similari per la cattura della fauna selvatica e uso di esche avvelenate in violazione alla legge sulla caccia. Sul posto era presente anche un’altra trappola in metallo, con dentro una rete metallica piegata in modo da realizzare una strozzatura, creata appositamente per impedire l’uscita dell’animale rimasto intrappolato. La trappola tuttavia non era era armata per cui i militari gli hanno contestato l’illecito amministrativo per la detenzione di trappola, previsto dalla normativa regionale sul prelievo venatorio, provvedendo a sequestrarla.