Campi Bisenzio: i gemellaggi monopolizzano la discussione in consiglio comunale

CAMPI BISENZIO – Sorprendentemente (per i non addetti ai lavori) gran parte della seduta del consiglio comunale di ieri è stata ostaggio della discussione sul regolamento per… i gemellaggi. Un acceso dibattito durato più di un’ora prima di riuscire ad approvare il regolamento con un emendamento, proposto dal consigliere d’opposizione Targetti (Rifondazione-Comunisti italiani- Sinistra Alternativa) […]

CAMPI BISENZIO – Sorprendentemente (per i non addetti ai lavori) gran parte della seduta del consiglio comunale di ieri è stata ostaggio della discussione sul regolamento per… i gemellaggi. Un acceso dibattito durato più di un’ora prima di riuscire ad approvare il regolamento con un emendamento, proposto dal consigliere d’opposizione Targetti (Rifondazione-Comunisti italiani- Sinistra Alternativa) per inserire nel primo articolo le parole “in coerenza con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”. Eh sì, perché gran parte della polemica, come hanno ribadito i consiglieri di maggioranza, non era tanto sul regolamento in sé, quanto sulla possibilità, aperta dal regolamento, di stringere il gemellaggio con la città cinese di Ouhai.
Molti gli interventi e le obiezioni: sui costi, visto che un gemellaggio comunque costa e siamo in tempo di crisi (“Il Comune di Campi impiega  solo 100 euro al mese in spese di rappresentanza” ha risposto il sindaco Chini) ma anche sull’ipocrisia dell’integrazione a tutti i costi e l’opportunità di stringere patti d’amicizia con un regime- effettivamente non sempre amichevole-  come quello cinese. Accuse di decisionismo, dall’opposizione alla maggioranza, e di assenteismo dalla maggioranza verso l’opposizione (“Nella Commissione apposita non c’eravate mai”). Alcuni interventi coloriti, come quello di Brunella Bresci (Uniti Per Campi) che ha ricordato “Il diritto di nascere, e non di servire a fare saponette”, riferendosi alla politica di controllo delle nascite in Cina e alle sue drammatiche conseguenze, e a quello di Roberto Viti (No Inceneritore) che da un lato dice, testuali parole “Non sono razzista ma qui siamo al completo, non c’è più posto per nessuno, al massimo si può pensare ai rifugiati di guerra ma solo temporaneamente e poi a casa”, dall’altro invoca, accanto all’ “assessore cinese che anche quelle poche volte che c’è è come se non ci fosse, l’ho visto anche dormire-  (ieri  l’assessore  Hongyu Lin in effetti era assente)- un assessore tibetano che ci dica quante decine di loro si danno fuoco per protesta”. Torce umane che però dice “non c’entrano nulla con l’inceneritore”.
Meno male che i patti di gemellaggio dovrebbero servire a stimolare l’amicizia e la fratellanza;  tra i popoli, ma non in consiglio comunale.
F. G.