Campi Bisenzio: l’assessore Salvi incontra l’Ad di Fnac Christophe Deshayes

CAMPI BISENZIO – I dipendenti della Fnac insieme alla Filcams-cgil hanno incontrato l’assessore Stefano Salvi lo scorso 27 settembre per affrontare l’ipotizzata chiusura del punto vendita della catena francese all’interno del centro commerciale I Gigli. I dipendenti hanno manifestato la loro preoccupazione per l’assenza di una strategia commerciale di Fnac Italia che sta mettendo a […]

CAMPI BISENZIO – I dipendenti della Fnac insieme alla Filcams-cgil hanno incontrato l’assessore Stefano Salvi lo scorso 27 settembre per affrontare l’ipotizzata chiusura del punto vendita della catena francese all’interno del centro commerciale I Gigli.
I dipendenti hanno manifestato la loro preoccupazione per l’assenza di una strategia commerciale di Fnac Italia che sta mettendo a rischio anche i posti dopo le affermazioni dell’amministratore delegato che assicura l’abbandono dell’Italia da parte del marchio. Filcams ha confermato che la

Christophe Deshayes

proprietà non ha comunicato di voler chiudere il punto vendita dei Gigli ma neanche ha parlato di rilancio del marchio.
Oggi l’assessore Stefano Salvi ha incontrato Christophe Deshayes, amministratore delegato di Fnac Italia,  che ha ribadito le difficoltà che da anni incontra FNAC in Italia a causa della crisi economica ma sopratutto per la politica dei prezzi effettuata dai competitors.  Seshayes ha confermato che non è ancora stata trovata una soluzione per i negozi italiani ma ci saranno novità entro la prima settimana di novembre. L’assessore Stefano Salvi ha espresso forte preoccupazione per gli oltre 50 posti di lavoro in pericolo ai Gigli visto il rischio di chiusura del punto vendita.
Il consiglio comunale, nella seduta di mercoledì, ha approvato un ordine del giorno con cui esprime solidarietà ai dipendenti della Fnac e chiede di attivare il tavolo di crisi provinciale per portare all’attenzione della Regione Toscana, della Provincia e del Ministero la grave situazione del marchio che comporterebbe, in caso di chiusura di tutti gli 8 punti vendita italiani, la perdita di oltre 600 posti di lavoro.