Canile del Termine. Alberti (Unione amici cani e gatti) “Non vogliamo restare qui e cerchiamo un’altra area, ma…”

SESTO FIORENTINO – “Non vogliamo restare qui se il Comune non ci vuole, a differenza di molti cittadini. Stiamo cercatno un’altra area di circa 10 ettari nella piana per costruire il nuovo canile”. A dirlo è Alberto Alberti, memoria storica del Canile del Termine, ma anche socio dell’Unione amici del cane e del gatto onlus […]

SESTO FIORENTINO – “Non vogliamo restare qui se il Comune non ci vuole, a differenza di molti cittadini. Stiamo cercatno un’altra area di circa 10 ettari nella piana per costruire il nuovo canile”. A dirlo è Alberto Alberti, memoria storica del Canile del Termine, ma anche socio dell’Unione amici del cane e del gatto onlus e presidente del comitato d’onore, ex presidente ora sostituito da Cosetta Mazzoni dopo che il Comune ha chiesto all’associazione di spostare gli animali presenti nel canile entro 60 giorni. “Oggi – spiega Alberti -gli animali presenti sono circa 300. Chiederemo una lunga proroga, ma non resteremo dove non ci vogliono. Anche se chiediamo che ci vengano restituiti i nostri terreni che sono quelli degli animali”. La storia del Canile del Termine è lunga e complessa, fino all’arrivo della sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione al Comune di Sesto Fiorentino per quanto riguarda le “strutture abusive” e le “senza le necessarie autorizzazioni realizzate nell’area” realizzate dall’Unione Amici del cane e del gatto. “Ma come si legge – dice Alberti – non ci hanno condannato a pagare le spese….”. Certo i cani e i gatti dovranno essere spostati. Il Comune ha dato un periodo: entro 60 giorni, ma l’associazione chiederà una proroga.

“Nel 1997 con una ordinanza del Comune si chiedeva di costruire il canile – ricorda Alberti – era un momento critico e c’era un problema legato al randagismo, ci fu l’intervento della Asl che rilasciò l’autorizzazione sanitaria. Nel canile, allora, erano presenti 550 animali. Con la nuova amministrazione guidata dall’allora sindaco Gianassi venne emessa un’ordinanza di demolizione per il canile non tenendo conto sia della vecchia che della nuova  struttura”. Alberti spiega che una gran parte dell’area, sotto sequestro, è di proprietà dell’associazione. “Ora gli attuali dipendenti perderanno il posto di lavoro – dice Alberti – di certo invieremo una lettera al Presidente della Repubblica e al Presidente della Regione per chiede di annullare la sentenza”.