Car dell’Osmannoro licenzia 24 persone: sciopero dei lavoratori

SESTO FIORENTINO – Esuberi, licenziamenti e niente ammortizzatori sociali: sono le condizioni della Car dell’Osmannoro che i lavoratori e i sindacati non accettano. Per questo stamani davanti ai cancelli dell’azienda in via Lucchese hanno proclamato 4 ore di sciopero fino alle 13. Dei 66 attuali lavoratori l’azienda ha previsto un esubero di 24 persone a […]

SESTO FIORENTINO – Esuberi, licenziamenti e niente ammortizzatori sociali: sono le condizioni della Car dell’Osmannoro che i lavoratori e i sindacati non accettano. Per questo stamani davanti ai cancelli dell’azienda in via Lucchese hanno proclamato 4 ore di sciopero fino alle 13. Dei 66 attuali lavoratori l’azienda ha previsto un esubero di 24 persone a tutti i livelli. Mercoledì scorso 20 febbraio c’è stato un incontro tra organizzazioni sindacali e azienda per chiedere il ritiro della procedura per attivare misure necessarie per scongiurare i licenziamenti, ma la Concessionaria ha risposto picche. E quindi oggi Filcams e Fiom Cgil hanno proclamato lo sciopero.

“Uno dei motivi di questa procedura, secondo l’azienda sarebbe che Fiat non ha nuovi modelli da mettere sul mercato – dice Daniele Collini di Fiom Cgil – Ci rendiamo conto di questo, ma sono scelte per noi sbagliate della società. Non si licenzia per mancanza di modelli nuovi. Se ci sono difficoltà in questo momento non si può pensare di fare macellieria sociale sulla pelle delle persone. Questa azienda più di 10 anni fa aveva oltre 100 dipendenti. Negli anni ci sono state procedure volontarie e sono diminuiti i numeri dei lavoratori sempre con accordi sindacali con la società. Oggi è inammissibile per noi che l’azienda voglia licenziare e basta senza fare un piano di rilancio e questo fa pensare che l’azienda voglia dismettere”.

La situazione dei lavoratori della Car è l’unica in Italia. “Non c’è nessuna concessionaria in Italia che sta licenziando come la Car – dice Collini – e il fatto che sul mercato non ci siano muovi modelli è’ una scusa: si può intervenire su altri settori come l’usato, amanutenzione e altri mercati. Avevamo proposto di fare accordi con produzioni di società di camper per diventare manutentori specializzati. Ma l’azienda ha sempre detto no”.

La paura di sindacati e lavoratori è che questo sia il primo passo per aprire nuove procedure.

“L’azienda avrebbe intenzione aprire una nuova procedura – dice Yuri Vigiani della Filcams Cgil – Una cessione di ramo d’azienda accoppiata a quella che è la procedura di licenziamento avviata e quindi i numeri sono destinati a salire. Oltre ai 24 c’è un altro numero consistente di lavoratori. Si rischia di mettere in difficoltà una trentina di famiglie su questo territorio. Questo è inaccettabile. Siamo disponibili a parlare con l’azienda per trovare una soluzione a patto che questa procedura sia ritirata o quantomeno sospesa e si cominci ad aprire un confronto che chiediamo da ottobre”.

I lavoratori hanno un’età media alta e nel passatochi ha potuto è già andato in pensione, ora c’è invece qualcuno a cui mancano pochi anni per chiudere la propria carriera lavorativa.

“L’azienda ha deciso che non ci saranno ammortizzatori sociali – dice Vigiani – abbiamo chiesto un tavolo in Regione e saremo ben disposti a parlare con la Casa Madre se volesse aprire un tavolo”.