SESTO FIORENTINO – Oltre 200 chili di buste tipo Shoppers irregolari sono state scoperte dai Carabinieri forestali di Firenze, Borgo San Lorenzo e Ceppeto. E sono stati notificati illeciti amministrativi per un importo di 15mila euro. Non tutte le borse Shoppers sono uguali: la normativa nazionale ha approvato, dal 1 gennaio 2018, una nuova disciplina sulla commercializzazione delle “borse in plastica fornite ai consumatori per il trasporto di merci o prodotti”. In base allo spessore espresso in micron, alla percentuale di plastica riciclata ed alla loro biodegradabilità e compostabilità, la norma individua quali siano le borse in plastica commercializzabili, distinguendo tra borse in plastica “riutilizzabili” (non biodegradabili né compostabili) e borse in plastica “leggere” ed “ultraleggere” (utilizzate a fini di igiene ed imballaggio primario di alimenti sfusi), entrambe biodegradabili e compostabili. La fornitura di queste buste a titolo gratuito è vietata per disincentivarne l’utilizzo. Le buste biodegradabili e compostabili devono riportare elementi identificativi del produttore nonché marchi e diciture attestanti la loro biodegradabilità e compostabilità, certificata da organismi accreditati e riconosciuti. Spetta a chi li commercializza, accertarsi che i sacchetti siano conformi alle prescrizioni di legge. La commercializzazione di sacchetti non conformi alle prescrizioni comporta una sanzione da 2.500 a 25.000 euro, il cui importo può aumentare se, ad esempio, la violazione riguarda ingenti quantitativi.
I carabinieri forestali nell’ambito della campagna di controlli disposta dal Gruppo Carabinieri Forestale di Firenze, hanno avviato una specifica attività di verifica del corretto impiego delle buste in materiale plastico biodegradabili e compostabili lungo tutta la filiera, al fine di contrastare eventuali comportamenti illeciti. I controlli hanno interessato produttori, importatori, distributori e dettaglianti nel Comune di Firenze, al Mercato di Sant’Ambrogio ed al Mercato Ortofrutticolo di Novoli. I militari hanno riscontrato, per alcuni operatori, la non rispondenza delle buste ai requisiti di biodegradabilità e compostabilità ed hanno accertato l’assenza della prevista marcatura e dei requisiti richiesti per l’effettiva natura merceologica (spessore).