Carabinieri. Sfruttamento del lavoro tra Campi e Sesto per la distribuzione dei volantini

CAMPI BISENZIO – Undici misure cautelari personali (6 in carcere, una agli arresti domiciliari, 4 obblighi di dimora) è il risultato di una operazione portata a termine dai Carabinieri del Comando per la Tutela del lavoro e dei comandi provinciali di Firenze, Prato e Pistoia. Tra i destinatari dei provvedimenti anche un ospite del Cas […]

CAMPI BISENZIO – Undici misure cautelari personali (6 in carcere, una agli arresti domiciliari, 4 obblighi di dimora) è il risultato di una operazione portata a termine dai Carabinieri del Comando per la Tutela del lavoro e dei comandi provinciali di Firenze, Prato e Pistoia. Tra i destinatari dei provvedimenti anche un ospite del Cas (Centro accoglienza speciale) di Campi Bisenzio e uno della Caritas di Sesto Fiorentino, oltre ad altri due già ospitati presso le strutture Sprar (Sistemi di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati) di Scandicci e Campi Bisenzio.

I carabinieri hanno eseguito le undici misure cautelari personali emesse dal Gip del tribunale di Firenze su richiesta della Procura della Repubblica nelle persone responsabili a vario titolo e in concorso tra loro di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. E’ stato eseguito contestualmente ad un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Procura dell Repubblica dei beni mobili ed immobili appartenenti a tre società indagate dedite alla pubblicità commerciale di beni e servizi con sedi a Prato e Massa Carrara fra cui 7 autofurgoni utilizzati per la commissione dei reati, numerosi conti correnti bancari intestati a persone fisiche e giuridiche coinvolte nell’indagine, sui quali sono depositati o transitati gli importi patrimoniali provento dei reati contestati. diverse carte di credito e prepagate in uso agli indagati per un valore complessivo di circa 500.000 euro.

Le indagini erano partite su una segnalazione. Indagini di tipo tradizionale e patrimoniale svolte dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del lavoro di Firenze sulla base di segnalazione della Prefettura che aveva rilevato anomalie in una richiesta di protezione internazionale da parte di un cittadino straniero ospitato al Cas di Scandicci con una documentazione dello sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno di circa 80 lavoratori extracomunitari, in maggioranza africani, da parte dei gestori delle società. Secondo le indagini i lavoratori, in assenza di condizioni di tutela della salute, igiene e sicurezza, venivano costretti a distribuire volanti pubblicitari di note catene commerciali nazionali e internazionali per 12 e 13 ore di lavori al giorni in quasi tutte le province della Toscana con una retribuzione che non superava i 30 euro, parte dei quali veniva trattenuta dai “caporali” delle società indagate che controllavano i lavoratori anche con dispositivi elettronici di tracciamento e positioning.