Caro energia e inflazione mettono a rischio la tenuta delle imprese, l’allarme di Confesercenti Firenze

CAMPI BISENZIO – L’inflazione e il caro bollette tagliano le vendite. Nonostante il buon andamento della stagione turistica, ad agosto i dati Istat riportano un forte flessione dei volumi di vendita, sia in confronto a luglio che allo stesso mese dello scorso anno. Una caduta che anticipa un’ulteriore contrazione, più marcata, che le attività commerciali […]

CAMPI BISENZIO – L’inflazione e il caro bollette tagliano le vendite. Nonostante il buon andamento della stagione turistica, ad agosto i dati Istat riportano un forte flessione dei volumi di vendita, sia in confronto a luglio che allo stesso mese dello scorso anno. Una caduta che anticipa un’ulteriore contrazione, più marcata, che le attività commerciali stanno registrando, su tutto il territorio nazionale, anche per settembre ed i primi giorni di ottobre.

L’inflazione raggiungerà i massimi livelli nei mesi autunnali; questo peggioramento è determinato, in primo luogo, dagli aumenti record registrati dai prezzi dell’energia nel corso dell’estate. Aumenti che si scaricheranno proprio sulle bollette autunnali, portando l’incremento dei prezzi ai livelli massimi dell’anno: il tasso di inflazione salirà nella media dei prossimi tre mesi ad almeno il 9,1%, oltre mezzo punto in più rispetto al già elevato dato del periodo estivo (+8,4%) e tre punti in più nel confronto con il periodo primaverile. Tutto questo influenza negativamente i consumi delle famiglie; gli italiani si avviano a perdere, nella sola seconda metà del 2022, -12,1 miliardi di potere d’acquisto, che corrisponde a circa 470 euro in meno a famiglia in soli sei mesi. A stimare questi dati è l’Ufficio economico Confesercenti.

A seguito degli incrementi smisurati delle tariffe (circa il 180% per il settore alimentare, circa il 300% per il settore pubblici esercizi e distributori carburante, circa il 400% per il settore ricettivo) inflazione a livelli record e crollo dei consumi, le imprese saranno costrette a correre ai ripari adottando misure diverse e più meno dolorose: il 36% pensa di aumentare i prezzi finali dei propri prodotti e servizi in arrivo, il 26% pensa di limitare gli orari di lavoro dei propri dipendenti, il 18% valuta una riduzione del numero dei dipendenti e il 13% si rivolgerà al credito.

In questo quadro, la priorità rimane porre un freno ed un tetto alla corsa delle tariffe energetiche, in modo da preservare il potere d’acquisto delle famiglie e contenere il boom dei costi fissi delle imprese, motore principale dell’aumento dei prezzi. Senza interventi mirati e concreti è a rischio la tenuta degli esercizi di vicinato che registrano, infatti, un crollo in volume del -4% rispetto al 2021, concentrato in particolare nel comparto non alimentare, mentre continua l’ascesa del commercio elettronico che opera in regime di completa deregulation. E che si prepara all’assalto del Natale: tra Prime Days e Black Friday, le promozioni online hanno raddoppiato la propria presenza. Uno scenario doppiamente difficile per i negozi di vicinato che, assediati dall’aumento dei costi energetici, non potranno certo vendere in sconto, subendo una concorrenza da parte dell’online che non può definirsi virtuosa.

“È necessario continuare a intervenire per attutire lo shock dovuto all’aumento della crisi energetica. Le risorse ci sono: tra inflazione e l’incremento dei prezzi di gas, energia e carburanti, nei primi otto mesi dell’anno il gettito IVA è aumentato di oltre 18 miliardi. Risorse destinate ad aumentare ancora nell’ultima parte dell’anno, e che devono essere restituite all’economia sotto forma di sostegni a imprese e famiglie, – afferma Claudio Bianchi, presidente Confesercenti Metropolitana di Firenze – come Confesercenti Firenze abbiamo messo in campo delle attività di consulenza a sostegno delle imprese: dallo Sportello Sos Bollette Shock al servizio per richiedere i bonus energetici; strumenti concreti che hanno l’obiettivo supportare gli imprenditori in questo momento difficile”.