Casa, la risposta all’appello della Fondazione Caritas: in dieci mesi sistemate 19 persone in abitazioni che erano sfitte

FIRENZE – “Vicino a casa mia c’è un centro diocesano in cui ho sempre visto grandi file di persone. Quando casa mia si è liberata ho pensato che potesse essere una buona idea metterla a disposizione”. Stefania Masi è una dei fiorentini che hanno risposto all’appello lanciato dalla Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze per invitare i […]

FIRENZE – “Vicino a casa mia c’è un centro diocesano in cui ho sempre visto grandi file di persone. Quando casa mia si è liberata ho pensato che potesse essere una buona idea metterla a disposizione”. Stefania Masi è una dei fiorentini che hanno risposto all’appello lanciato dalla Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze per invitare i cittadini ad affittare le case vuote a chi ne ha bisogno, partecipando all’iniziativa Housing Sociale nell’ambito del progetto Housing Net, finanziato con fondi 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che coinvolge oltre alla Fondazione anche la Caritas Italiana e la Caritas dell’Arcidiocesi di Firenze.

Attualmente grazie al progetto sono stati trovati 5 appartamenti, che hanno permesso di dare una casa a 19 persone. In un appartamento a Sesto Fiorentino abita un nucleo familiare (babbo, mamma, 2 minori) provenienti da El Salvador, in una casa a Firenze alloggiano tre uomini tra i 29 e i 39 anni di Senegal, Burkina Faso, Costa d’Avorio, in un altro due ragazzi del Mali. A Fiesole in due appartamenti hanno trovato casa una famiglia albanese e una pakistana, entrambe con tre figli. Per un altro alloggio sono in corso le procedure per l’assegnazione. Tutti gli affittuari sono persone che già al momento della stipula del contratto di affitto avevano contratti di lavoro con cui pagare le spese relative alla casa, ma che malgrado ciò non riuscivano a trovare alloggi sul libero mercato.

“Sono sempre più contenta di aver allargato il mio modo di vedere e pensare in un mondo che conoscevo meno, mi dà molta soddisfazione il fatto di poterne far parte”, racconta ancora Stefania Masi. Le persone che vivono nel suo appartamento “hanno preso più fiducia e sicurezza: in me, in sé stessi e verso il mondo. L’ho notato le volte che li ho visti, sentiti a telefono oppure ho scritto loro anche solo un messaggio di saluto. Il potersi pagare un affitto, essere in una casa, ti dà sicurezza. E questo per me non è altro che positivo. Vedo stare bene gli inquilini e questo dà soddisfazione anche a me. Anche i vicini sono contenti, ci continuano a dire che sono delle bravissime persone: sanno stare con gli altri, rispettano le regole della convivenza all’interno del condominio, curano la casa e gli spazi comuni (come ad esempio il giardino condominiale). I vicini di casa sono molto contenti, questa è una cosa molto positiva”.

Il progetto HousigNet invita infatti chi ha un’abitazione non utilizzata a metterla a disposizione per un contratto di affitto intestato a persone che hanno alle spalle una condizione di povertà o emergenza abitativa e che hanno intrapreso un percorso verso l’autonomia, persone che hanno un lavoro con un contratto di medio/lungo periodo e che possono quindi pagare un affitto, ma hanno difficoltà a trovare abitazioni accessibili. La Fondazione Caritas supporta sia gli inquilini sia i locatari in tutte le fasi della locazione (inserimento, gestione della casa, gestione dei rapporti con il condominio e così via dicendo), accompagnandoli durante il percorso. “Tutti i percorsi – spiega Vincenzo Lucchetti, presidente di Fondazione Solidarietà Caritas Firenze – sono stati guidati per supportare gli inquilini nella comprensione e nella gestione dei vari aspetti legati alla locazione e nell’organizzazione pratica dei molteplici aspetti legati alla gestione domestica, compresa la questione del vicinato. Inoltre, fin dalle prime fasi di costruzione dei percorsi, è stato offerto sostegno e supporto sia agli inquilini che ai proprietari, anche al fine di favorire la costruzione di relazioni fra inquilini, proprietari e vicinato”. “Tramite il progetto Housing net – continua Lucchetti – è stato possibile anche rilevare il bisogno che ruota intorno al tema dell’abitare: nell’anno 2023 hanno preso parte al progetto non solo persone provenienti dai circuiti delle accoglienze o da altri servizi della Fondazione, ma anche privati cittadini residenti sul territorio da molti anni che, a causa dei cambiamenti economici e del mercato immobiliare fiorentino si sono ritrovati in situazioni di estrema difficoltà”.

Tra le 91 persone che nel 2023 hanno preso parte al progetto Housing Net, circa il 30% possiede un contratto a tempo indeterminato, ma nonostante ciò rimane in una situazione di precarietà abitativa perché il fatto di avere un contratto non sembra essere più sufficiente come garanzia di accesso al mercato immobiliare. “Questo progetto – conclude il direttore della Caritas diocesana Riccardo Bonechi – crea un circolo virtuoso per risolvere l’emergenza casa. L’auspicio è che le buone esperienze di queste sperimentazioni non restino solo tali ma che possano continuare a ripetersi, riprodursi e diffondersi al fine di arrivare a rappresentare, in un futuro, la prassi i, riprodursi e diffondersi al fine di arrivare a rappresentare, in un futuro non troppo lontano, la prassi”.  

Progetto Housing net: attività gennaio – settembre 2023

Richieste di presa in carico e segnalazioni: 91
Nel 2023 sono pervenute al progetto oltre 90 richieste di contatto, di cui 51 segnalazioni (da servizi Caritas e altri servizi esterni) e 40 richieste di contatto tramite mail e telefonate provenienti da persone esterne ai circuiti Caritas che sono venute a conoscenza del progetto tramite la precedente campagna di sensibilizzazione. Di queste segnalazioni ne sono state prese in carico 46 e ad oggi, per svariate ragioni, solo 10 percorsi possono ritenersi chiusi. Oltre ai colloqui di orientamento individuale 21 persone hanno partecipato anche a laboratori di empowerment sul tema abitativo.
Appartamenti reperiti sul mercato libero: 5
Persone a cui è stata data risposta abitativa: 19
Attività di orientamento alla ricerca dell’abitazione e indagine sui requisiti di accesso: 91 persone
Attività di approfondimento specifico ed empowerment: 21 persone.