Cgil-Cisl-Uil e Confindustria Firenze, presentato un documento di analisi e proposte per i candidati alla Regione

FIRENZE – Le elezioni regionali si stanno avvicinando a grandi passi e questa mattina, a Palazzo Medici Riccardi, Confindustria, Cgil, Cisl, Uil Firenze hanno presentato il documento condiviso di analisi e proposte per la Città metropolitana Fiorentina, rivolto ai candidati alla presidenza della Regione Toscana e ai candidati nei collegi fiorentini al Consiglio Regionale. Un […]

FIRENZE – Le elezioni regionali si stanno avvicinando a grandi passi e questa mattina, a Palazzo Medici Riccardi, Confindustria, Cgil, Cisl, Uil Firenze hanno presentato il documento condiviso di analisi e proposte per la Città metropolitana Fiorentina, rivolto ai candidati alla presidenza della Regione Toscana e ai candidati nei collegi fiorentini al Consiglio Regionale. Un documento illustrato da Paola Galgani, segretario generale Cgil Firenze, Roberto Pistonina, segretario generale Cisl Firenze-Prato, Paolo Sorrentino, vice-presidente Confindustria Firenze, Triestina Maiolo, segreteria Uil Toscana, e Maurizio Bigazzi, presidente di Confindustria Firenze.

Un documento suddiviso in tre punti: “La Città metropolitana degli investimenti e non della rendita”, “La Città metropolitana del lavoro di qualità e delle eccellenze produttive in un modello di sviluppo sostenibile” e “La Città metropolitana interconnessa”. “Le competenze – hanno spiegato – e i poteri della Città metropolitana riguardo le decisioni da prendere nell’immediato futuro sono fondamentali per la ripartenza di tutto il nostro territorio e necessitano di una visione di sistema che, con il coinvolgimento di tutti i territori nella rappresentanza politica e nelle sue decisioni, sia in grado di superare la mera dimensione comunale: la politica non può fallire questo appuntamento con la storia. Il sistema metropolitano dovrà dare risposte univoche fatte di dialogo, di visioni condivise, di volontà di fare sintesi tra interessi diversi ma soprattutto sarà necessario un salto di qualità nella capacità di governo; le istituzioni dovranno accompagnare l’uscita dall’emergenza Covid con una progettualità comune che ridisegni l’idea stessa di Città metropolitana, dovranno saper coinvolgere gli attori sociali dotandosi di sistemi di governance metropolitana che diano risposte adeguate alle sfide che ci aspettano e che necessariamente vanno oltre il perimetro delle singole amministrazioni. Fondamentale sarà, a questo proposito, il ruolo della Regione, in quanto soggetto competente all’attuazione delle politiche di derivazione comunitaria, che dovrà implementare politiche industriali e territoriali condivise con la Città metropolitana”.

Per quanto riguarda il primo punto, tre gli obiettivi prefissati: “Concentrare ogni attenzione sulla necessità di attirare nuovi investimenti produttivi e saper trattenere quelli presenti; investire, con un grosso sforzo di sistema nell’innovazione diffusa e formazione continua, valorizzando, potenziando e mettendo a sistema quell’infrastruttura immateriale costituita dal network di scuole superiori di formazione tecnica, alta formazione, centri di ricerca e università del territorio; condividere un programma di lavori pubblici strategici alla competitività di tutta la nostra area metropolitana, con particolare attenzione a quelli finalizzati a traghettare verso la sostenibilità il nostro sistema di sviluppo”.

Passando al secondo punto, “non si producono beni e servizi di qualità se non c’è un lavoro di qualità. Per questo è indispensabile una lotta senza quartiere all’economia illegale che spesso posta con sé lo sfruttamento lavorativo che si annida nei processi produttivi e dequalifica le eccellenze. Accanto a questa priorità, la grande prova che ci aspetta nei prossimi mesi sarà quella di utilizzare tutti gli strumenti e le sinergie per evitare una drammatica perdita di posti di lavoro. Ma sarà altrettanto indispensabile affrontare questa sfida contrastando quelle logiche che portano ad ampliare il lavoro povero e il ricorso a servizi e lavori al massimo ribasso, evitando di scommettere su un sistema economico che competa esclusivamente sulla riduzione dei costi. La formazione assume, in tutto questo, un ruolo fondamentale”. Passando per green economy e circolarità, che “dovranno rappresentare l’orizzonte della nostra economia. Assieme a questa partita, l’altra sfida del futuro passa attraverso l’innovazione e la digitalizzazione come fattori competitivi di tutti i comparti produttivi: un percorso che veda il contributo indispensabile delle expertise presenti sul territorio. Gli investimenti pubblici e privati dovranno massicciamente indirizzarsi lungo queste due direttrici. Oltre a questo non dobbiamo trascurare il sostegno e il rilancio del settore turistico, che ha mostrato elementi di debolezza ed evidenti storture”. “Sarà infine importante scommettere sulla qualificazione del ruolo del pubblico come volano indispensabile sia per garantire protezione e sicurezza sociale sia come elemento di stimolo e supporto per la nostra economia, puntando sul rapporto sinergico fra pubblico e privato che in Toscana ha dato prova di efficienza anche nella gestione dell’emergenza sanitaria”.

Infine il terzo punto: “La capacità di connessione di un sistema urbano, al suo interno e con l’esterno, è un fattore decisivo: la stessa marginalità sociale oggi dipende anche dall’essere periferici rispetto alle connessioni. L’infrastrutturazione connettiva, sia essa materiale o immateriale, dovrà essere l’ossatura portante della città metropolitana e del suo sistema economico e sociale e la banda larga dovrà essere estesa all’intero territorio con tutte le sue aree produttive. Fra le tante infrastrutture indispensabili, consideriamo prioritaria la necessità di completare “la cura del ferro” per l’intero territorio (ovvero ultimare il sottoattraversamento AV, realizzare sui binari di superficie un vero e proprio sistema di treni metropolitani, lavorare al completamento delle linee delle tramvie e alla loro estensione anche nelle aree industriali), intesa come struttura portante dei flussi della nostra area metropolitana. Ma anche l’infrastrutturazione immateriale è una sfida del futuro che passa dal garantire una maggiore e più efficiente connettività ad imprese e territori, ma anche dalla capacità di innervare le smart city di servizi di prossimità a vantaggio dell’economia locale e di logistica delle merci con hub e sistemi di smistamento di ultimo miglio, nonché dalla gestione pubblica e partecipata dei big data al fine di leggere e progettare assieme la nuova città del futuro”.