FIRENZE – “I dati riportati oggi nel corso della presentazione di “Abitare in Toscana 2020″, ovvero il nono rapporto sulla condizione abitativa, indicano chiaramente quali debbano essere le strategie conseguenti che la politica regionale e i sindaci dovrebbero adottare per la risoluzione dell’emergenza abitativa”. A dirlo – oltre che a prendere posizione – sono Maurizio Brotini e Simone Porzio (Cgil Toscana) e Laura Grandi (Sunia Toscana).
“Per la precisione sono 14.875 i cittadini in attesa di una casa popolare, – aggiungono – 3.300 gli sfratti emessi; 6.553 quelli con la forza pubblica già programmata una volta che sarà terminato il periodo di blocco dovuto alla pandemia. 14.525 sono le richieste di contributo straordinario Covid, 18.576 le richieste di contributo affitto per Covid. Mancano poi all’appello tutte quelle famiglie di lavoratori che pagano un affitto da capogiro e che sono state costrette a comprare casa accendendo a mutui quasi sempre dalla durata trentennale. Potremmo dire che, tenuto conto di quanto detto sopra, la precarietà abitativa nella nostra Regione, investe oltre 80.000 famiglie. Per assicurare risposte adeguate e strutturali che vadano oltre i sostegni emergenziali a queste famiglie toscane strozzate dal caro affitti, dalla precarietà lavorativa e da un futuro pieno di incertezze, Cgil e Sunia della Toscana ribadiscono la necessità di inserire il bene casa in maniera stabile nel welfare sociale, nei diritti di cittadinanza e non riducendolo a un sistema di elargizioni caritatevoli. Per questo Cgil e Sunia della Toscana ritengono che l’Edilizia residenziale pubblica (Erp) costituisca la migliore risposta alla risoluzione del disagio abitativo che attanaglia cosi’ tante famiglie toscane con affitti proporzionati alla capacità di reddito familiare”.
“Non è oltremodo ammissibile constatare, anche dai dati forniti oggi, – concludono – che solo il 7% degli aventi diritto otterrà una casa popolare e che allo stesso tempo vi siano 3.500 case popolari sfitte da anni perché i Comuni non le assegnano o non le ristrutturano in tempi rapidi, anche in presenza di disponibilità di risorse. L’Erp è l’ultimo baluardo delle politiche abitative, uno strumento essenziale per l’emancipazione sociale per le famiglie di lavoratori , un ottimo antidoto per radicare la residenza in contrapposizione alle città del turismo e della rendita. Non esiste un sistema alternativo: non lo è di certo il social housing, che deve ancora dimostrare, con le sue performance, di quello di cui è capace, soprattutto a partire dai canoni di locazione applicati. La Toscana ha da 30 anni delle buone leggi ed efficaci regole delle case popolari: dobbiamo fare sistema e migliorarlo con investimenti pubblici costanti e consistenti per permettere a migliaia di famiglie un futuro migliore”.