“Chi crede deve stare dalla parte della dignità della persona e dei più deboli”: anche a Natale il Cardinale Betori è tornato sulla Gkn

FIRENZE – Dopo l’incontro con i lavoratori, all’interno dello stabilimento di Campi Bisenzio, il 24 dicembre, l’arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe Betori, ha voluto ricordare la vicenda della Gkn anche nell’omelia della Messa del giorno di Natale, soffermandosi “sulla dignità della persona e sulla difesa del lavoro”. “Sta qui il fondamento di ogni impegno storico […]

FIRENZE – Dopo l’incontro con i lavoratori, all’interno dello stabilimento di Campi Bisenzio, il 24 dicembre, l’arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe Betori, ha voluto ricordare la vicenda della Gkn anche nell’omelia della Messa del giorno di Natale, soffermandosi “sulla dignità della persona e sulla difesa del lavoro”. “Sta qui il fondamento di ogni impegno storico dei credenti, del loro stare dalla parte della vita, della dignità delle persona, della promozione della socialità, della difesa dei diritti umani, tra cui quello del lavoro e della cura dei deboli, – ha detto – continuiamo a essere vicini ai lavoratori dell’azienda che adesso si chiama Qf e di tutte le imprese in crisi. La forma umile del Natale di Gesù, che ci mostra come la verità dell’umano non sta nelle risorse di cui dispone – mai abbastanza sufficienti come ci dimostrano i nostri limiti nella presente pandemia -, ma nella consegna di sé agli altri, – ha aggiunto – radice della relazionalità, della dimensione sociale, dell’attenzione e dell’ascolto dell’altro, della condivisione con gli ultimi”. 

“Tutto questo risplende nel Natale del Signore e diventa progetto di umanità nuova, a sua immagine. Il segno che Dio ami tanto gli uomini e le donne di questo mondo, al punto di voler prendere posto tra loro, è messaggio di fiducia per un’umanità smarrita. Mentre il perdurare della pandemia sta diffondendo una sottile sensazione di sfiducia, disillusione, stanchezza, abbattimento, dobbiamo poter reagire appoggiando la nostra speranza nel Signore che non ci abbandona, e lo fa con i segni di bene che, nonostante tutto, continua a ispirare tra noi, segni di responsabilità, di solidarietà, di presa in carico delle sofferenze dei più fragili. Dobbiamo saper gioire di questi segni e diventarne noi stessi protagonisti”, ha detto ancora l’arcivescovo. “Infine, una parola va ribadita circa la dignità della vita umana da rispettare sempre, all’inizio, nel suo svolgersi, alla fine. Se Dio ha voluto assumerla per sé, la vita dell’uomo è stata rivestita di una dignità inalienabile, che tutti devono rispettare, che tutti devono contribuire ad attuare concretamente, – ha concluso Betori – il mondo rinnovato che tutti vorremmo uscisse da questa pandemia deve avere i caratteri di un’umanità piena, riconciliata con la natura, coesa nei vincoli sociali, attenta ai più deboli, aperta a una dimensione trascendente. Abbia questi caratteri il vissuto del nostro Natale, portatore di gioia al mondo”.