Chini (Confesercenti area metropolitana): “L’amaro in bocca c’è. Ma con la responsabilità di tutti, possiamo uscire da questa crisi”

CAMPI BISENZIO – Rabbia e consapevolezza. Allarme ma anche correttezza nei rapporti. Si respirano sensazioni diverse, quasi contrastanti, parlando con Francesco Chini, responsabile Confesercenti area metropolitana, analizzando il momento attuale. Un momento assai complicato per le imprese – e i loro lavoratori – ma anche per l’associazione di categoria. Lo abbiamo incontrato all’esterno della sede […]

CAMPI BISENZIO – Rabbia e consapevolezza. Allarme ma anche correttezza nei rapporti. Si respirano sensazioni diverse, quasi contrastanti, parlando con Francesco Chini, responsabile Confesercenti area metropolitana, analizzando il momento attuale. Un momento assai complicato per le imprese – e i loro lavoratori – ma anche per l’associazione di categoria. Lo abbiamo incontrato all’esterno della sede di Campi Bisenzio, in via Gelsomino, intitolata a Marino Roso. E dalla lunga chiacchierata che abbiamo fatto insieme, è emerso un quadro della situazione che farebbe pensare a un’agonia annunciata. Con la certezza tuttavia che, se da un lato lo “scoramento” rischia di prendere il sopravvento, dall’altro, la “resilienza”, la voglia di “resilienza” di chi in quest’area ha un’attività, non intende certo lasciarsi sopraffare. Con un diverso “grado di giudizio”, tuttavia, che riguarda le istituzioni nazionali e quelle locali.

Partiamo dal presente, da un presente che avrebbe voluto dire, a cose normali, avvicinamento al Natale…

“Non nascondo che c’è grande preoccupazione, perché il periodo a cui stiamo andando incontro è sempre stato importante per i nostri associati. Che, nonostante tutto, stanno provando ugualmente a creare un po’ di “atmosfera”…”.

Preoccupazione che ovviamente non è limitata a questo periodo…

“Indubbiamente. La preoccupazione c’era già, e non poca, anche prima che la Toscana diventasse “arancione”. Abbiamo già registrato una contrazione degli spostamenti importante e un’ulteriore conferma è arrivata dai gestori degli impianti di carburante che ci hanno già prospettato un quadro della situazione critico, con cali di fatturato paragonabili a quelli dei mesi di marzo e aprile. Di contro devo dire, se guardiamo per esempio all’ultimo fine settimana, che i negozi dei centri commerciali naturali sono rimasti aperti e un po’ di riscontro da parte della clientela c’è stato”.

La sensazione ricorrente è che si navighi un po’ a vista: si può parlare di agonia annunciata o è troppo?

“Io non so se si possa parlare di agonia annunciata. Quello che so, con certezza, è che i commercianti dei negozi di vicinato stanno mettendo in campo una grande “resilienza”. Al tempo stesso il pensiero va al settore dei bar e della ristorazione, che si erano attrezzati per continuare a lavorare nel rispetto della sicurezza e delle norme vigenti, facendo spesso anche investimenti importanti, e che hanno dovuto tirare giù la serranda. Tutto questo in attesa dei “ristori” annunciati dal Governo. In questo momento l’amaro in bocca, non lo nascondo, è tanto”.

Ci sono anche altri settori che non se la stanno passando bene…

“Sì, tanti. Prendiamo per esempio la filiera della moda, dove la contrazione degli affari si sta aggirando intorno al 60%. Ma penso anche agli agenti di commercio, ai benzinai, al settore alberghiero, a un indotto che sta attraversando un periodo drammatico. Senza contare chi, purtroppo, non riaprirà nemmeno…”.

Lei è responsabile Confesercenti dell’area metropolitana: quale è il messaggio che vuole lanciare?

“Innanzitutto quello di acquistare nei negozi locali. Ma questo è anche il momento di fare una riflessione importante, che riguarda il futuro di tutti noi. Ed è quella relativa a chi, nei confronti di questi negozi, penso per esempio ai colossi del mercato on line, fa una concorrenza sleale. Con mezzi che tante piccole realtà con cui ci confrontiamo quotidianamente, non si possono permettere. Tutto questo a prescindere dal Covid, a maggior ragione ora”.

Proviamo a guardare al futuro: come se ne esce?

“Innanzitutto se ne esce con la responsabilità di tutti. Con comportamenti adeguati e nel rispetto delle regole, non è superfluo ricordarlo. La cosa sconcertante in questo paese, se lo posso dire, è che si è creato uno scontro fra Governo e Regioni senza precedenti e che non è accettabile. E forse è arrivato davvero il momento di mettere in atto una riforma istituzionale seria, degna di questo nome. Al tempo stesso mi preme mettere in evidenza, a livello locale, una vicinanza importate da parte delle amministrazioni comunali nei confronti di imprese e associazioni di categoria, in quello che è un tavolo costantemente aperto e condiviso”.