Chini scatenato all’incontro della Fiom Cgil: “La giunta Fossi ha fatto politica di destra per 5 anni”

CAMPI BISENZIO – Un Adriano Chini a testa bassa nel confronto tra i candidati sindaco organizzato mercoledì 6 giugno dalla Fiom Cgil al Circolo Rinascita. L’aspirante primo cittadino, sostenuto da FareCittà, Sinistra Italiana, Sì Parco – No aeroporto, No inceneritore, ha criticato aspramente l’operato della giunta Fossi, ma anche le posizioni aleatorie di Lorenzo Ballerini […]

CAMPI BISENZIO – Un Adriano Chini a testa bassa nel confronto tra i candidati sindaco organizzato mercoledì 6 giugno dalla Fiom Cgil al Circolo Rinascita. L’aspirante primo cittadino, sostenuto da FareCittà, Sinistra Italiana, Sì Parco – No aeroporto, No inceneritore, ha criticato aspramente l’operato della giunta Fossi, ma anche le posizioni aleatorie di Lorenzo Ballerini per Potere al Popolo. Presenti gli altri candidati alla poltrona di sindaco: Lorenzo Ballerini, Emiliano Fossi, Maria Serena Quercioli.

In rappresentanza del sindacato c’erano Daniele Collini, responsabile locale della Fiom, Carla Bonora, responsabile di zona della Cgil, e Daniele Calosi, segretario generale della Fiom Cgil di Firenze.

Il primo quesito era relativo a come incentivare l’arrivo di nuove aziende a Campi e come creare un connubio tra formazione scolastica e lavoro. “La concertazione è un metodo di governo – ha dichiarato Chini -, perché parte dal presupposto che discutere esalta il ruolo del decisore tramite il confronto. Qui però servono attività produttive di qualità, avere idee chiare e sapere quello che vogliamo, perché questo è l’unico modo per dare tempi certi a chi vuole investire. Bisogna creare le condizioni affinché il nostro territorio sia attrattivo. Ma se chi è intenzionato a investire non trova un punto di riferimento in Comune, allora se ne va da un’altra parte e noi non possiamo permetterlo: Campi non deve restare al palo. Adesso è insensato parlare di scuola superiore nella nostra città, visto che quella che avevamo è stata svenduta – ha continuato -. Una scelta dissennata perché, con circa 500 nascite l’anno, siamo tra i Comuni più giovani d’Italia. Prima gli attuali amministratori l’hanno ceduta e adesso ne vorrebbero un’altra: è un ragionamento che non regge”.

Il secondo argomento aveva per oggetto il futuro della realtà campigiana. “Serve una politica più concreta, non quella fatta di bla, bla, bla e di posizioni teoriche. In questi giorni l’amministrazione uscente sta correndo ai ripari con il rifacimento della segnaletica e lo sfalcio del verde, mentre per 5 anni è rimasta immobile. Pensate alla bretella di Capalle: dovrebbe già essere stata realizzata. Nel 2013 avevo lasciato in eredità gli accordi e la convenzione con i privati, che poi è stata cambiata per ben 2 volte da Fossi. La scusa era che i proprietari non potevano permettersi la fideiussione: stiamo parlando di 4 tra i più grandi imprenditori della Toscana e nessuna banca o assicurazione ha voluto concedergliela? No, il problema è che chi ha trattato con queste persone è stato un ingenuo o, peggio, non ha fatto l’interesse dei campigiani. E se non è vero quello che affermo, sono disposto a rinunciare da subito alla mia candidatura – ha sfidato gli avversari -. Ma il fatto più sconcertante è che in questa legislatura, nominalmente di centrosinistra, è stata fatta una politica di destra. La vicenda della bretella ne è una testimonianza, ma lo sono ancora di più il taglio del contributo affitti, da 500 a meno di 200mila euro, e la riduzione da 15mila a 7500 euro dell’esenzione totale dall’addizionale Irpef. Il sindaco uscente si è prodigato per chi ha più possibilità e ha sfavorito chi è socialmente ed economicamente più debole: se non sono state queste scelte tipiche della destra, mi domando come possano essere definite, ma certamente non di sinistra”.