SIGNA – “Ci ha fatti crescere, ci ha fatti diventare uomini”: questa la sintesi dei tre giorni che hanno voluto rendere omaggio alla figura e alle opere di don Armido Pollai, parroco di San Mauro fino al 2001, nella frazione del Comune di Signa dal 1948. Tre giorni voluti in occasione dei 35 anni dalla nascita della Rsa Monsignor Olinto Fedi, una delle sue “creature”, e dei 20 anni dalla morte del “Priore”. E che la stessa Rsa ha organizzato in collaborazione con la parrocchia, attualmente guidata da don Gianluca Mozzi, e la Pro Loco. e che hanno visto, in quello conclusivo di domenica pomeriggio all’interno della “Casa famiglia”, la presenza dell’arcivescovo di Firenze, monsignor Gherardo Gambelli, che ha presieduto la celebrazione eucaristica (nella foto in basso con i dipendenti e una parte del consiglio della Rsa). In precedenza, il venerdì sera, era stato il momento delle testimonianze e dei ricordi di alcuni dei suoi più stretti collaboratori, in una chiesa gremita di persone, mentre sabato mattina c’è stata la benedizione della tomba nel cimitero di San Mauro. Un condensato di emozioni che ha permesso a tanti che sono stati giovani con don Armido di ritrovarsi a distanza di anni e che con lui sono cresciuti, non solo anagraficamente.




“Ci ha fatti diventare grandi – questa la sintesi degli interventi – e guardare a quella che è stata la sua comunità è il modo migliore per ricordarlo. Una comunità dove la solidarietà era praticata in ogni momento e che danno ancora oggi l’immagine di una persona che a questa terra ha voluto davvero bene”. La sua era una famiglia contadina, ma don Armido non ha mai “rinnegato” le proprie origini, “facendo di dignità, pace e fratellanza – ha detto il presidente della Rsa, Maurizio Bini – le sue prerogative. E’ stato un vero uomo di Dio, un prete autentico e un padre per tutti noi”. “La Rsa, – ha aggiunto – proprio come era nello spirito del Priore, è un’estensione delle famiglie che qui sono accolte come a casa, è uno strumento per le famiglie, è una casa famiglia, una Rsa “gentile”…”. Parole, queste, su cui si è soffermato anche il vescovo Gherardo nella sua omelia, citando don Milani, Papa Francesco e Papa Benedetto XVI. Ma, soprattutto, ribadendo con forza chi è stato don Armido: “La Misericordia è il fondamento di tutta la vita cristiana. E quando noi abbiamo il coraggio di aprirci a questo amore, diventiamo intimi del Signore. Superando quell’orgoglio e quell’egoismo che invece ci rendono tristi nella vita di tutti i giorni”. E ancora: “Chiudere gli occhi di fronte al prossimo rende ciechi anche davanti a Dio (Benedetto XVI), c’è sicuramente più gioia nel dare che nel ricevere. Ecco, oggi siamo qui a celebrare e ricordare il miracolo di una persona gentile, così come lo è la Rsa. Don Armido lo è stato sicuramente e adesso ci aiuta con la preghiera dal cielo”.