Ciao Fabio, un altro pezzo di storia di Signa che se ne va. L’affetto di chi lo ha conosciuto, le parole della moglie Silvia

SIGNA – Tutte le volte che prendevo un treno, pur non essendo proprio di zona, una fermata al Bar Roma di piazza Stazione era d’obbligo. Ho sempre pensato, infatti, che il vero oppio dei popoli sia la nostalgia e ricordare che quello in passato è stato il bar dei ferrovieri della stazione di Signa, mi […]

SIGNA – Tutte le volte che prendevo un treno, pur non essendo proprio di zona, una fermata al Bar Roma di piazza Stazione era d’obbligo. Ho sempre pensato, infatti, che il vero oppio dei popoli sia la nostalgia e ricordare che quello in passato è stato il bar dei ferrovieri della stazione di Signa, mi dava quasi la sensazione di rivederli. Con l’amaro in mano e il mazzo delle carte per la partita. Ma questa è un’altra storia. Una fermata d’obbligo, dicevo, per un caffè o per acquistare appunto i biglietti del treno (non ho mai sopportato le “macchinette automatiche”, di qualsiasi cosa si parli…) e oggi, in questa domenica piovosa di fine gennaio, quelli che mi sembra di rivedere sono Andrea e Fabio, scomparsi a pochi mesi l’uno dall’altro. Già perché ieri l’altro, 22 gennaio, Signa ha perso anche Fabio Carradori, il cui funerale è stato celebrato ieri dopo che una malattia lo ha portato via, ancora troppo giovane, all’affetto dei suoi cari. E mi sembra di rivederli proprio dietro il bancone del bar, uno accanto all’altro, con il “grembiule” davanti, proprio come i baristi di una volta, fra una battuta e un po’ di vapore della macchina del caffè. Ecco perché quando stamani Silvia, la moglie di Fabio, che avevo conosciuto… un po’ di tempo fa per motivi professionali, mi ha scritto chiedendo se era possibile ricordare il marito, “mi ha fatto piacere”. Perché, così come hanno fatto in questi giorni tanti signesi, sia sui social che di persona, è giusto rendere omaggio a chi, nella sua professione, ma non solo, ha contribuito a scrivere un pezzo di storia del nostro Comune. Ricordi che si intrecciano, nostalgia che ritorna, la vita che va avanti, proprio come dopo un ultimo caffè, quando ci chiediamo quando sarà il prossimo e magari in compagnia di chi. Anche da soli ma sempre con la speranza di fare due chiacchiere con qualcuno. Per Fabio, purtroppo, non sarà così. O chissà, magari in questo momento sarà insieme ad Andrea, dietro un neanche tanto immaginario bancone, a servire dei clienti che “non vedeva” da tempo. A noi “piace” ricordarlo così, insieme alle parole della moglie, Silvia, a cui vanno, unitamente alle figlie, le nostre condoglianze ma soprattutto quelle personali: “Abbiamo lottato strenuamente per 19 mesi contro il peggiore nemico del secolo, un tumore al cervello, senza mai avere avuto la minima speranza di guarigione e Fabio ha affrontato questo duro percorso con un coraggio e una dignità encomiabile. Gran parte della la comunità signese lo ha omaggiato ieri al funerale con grande commozione e partecipazione e io, provata profondamente dal dolore immenso e dalla stanchezza, con dispiacere, non ho avuto la forza di salutare e ringraziare gli amici intervenuti”. Ecco, cerchiamo di farlo noi, nel nostro piccolo, con la massima umiltà e con la consapevolezza che piazza Stazione da ora in poi sarà ancora più vuota.