Cinquanta anni insieme. Si dicono di nuovo “Sì” Luigia Bencini e Alberto Chimenti

SESTO FIORENTINO – Era l’11 gennaio 1971 quando si sposarono, poco più che ventenni, nella chiesa della Beata Vergine Maria Immacolata, per tutti la “Chiesa Nova” in piazza San Francesco a Sesto Fiorentino. Adesso, dopo mezzo secolo, si sono rinnovati la promessa di matrimonio nella stessa chiesa, allo stesso orario di allora, con qualche ruga […]

SESTO FIORENTINO – Era l’11 gennaio 1971 quando si sposarono, poco più che ventenni, nella chiesa della Beata Vergine Maria Immacolata, per tutti la “Chiesa Nova” in piazza San Francesco a Sesto Fiorentino. Adesso, dopo mezzo secolo, si sono rinnovati la promessa di matrimonio nella stessa chiesa, allo stesso orario di allora, con qualche ruga in più ma con la stessa emozione e commozione. Cinquant’anni insieme per Luigia Bencini e Alberto Chimenti festeggiati insieme ai figli, Tommaso nato nel ’73 e Matteo nel ’77, ai nipoti, ai parenti e agli amici più stretti di una vita trascorsa a fianco, mano nella mano, sempre sulla stessa barca.

Luigia, sestese doc, era ragioniera in uno studio notarile, Alberto, originario di Caprese Michelangelo, terra natale del Buonarroti nell’aretino, ma cresciuto a Firenze, sarebbe partito subito dopo il Sì per la leva militare diventando Ufficiale di Cavalleria nei Lancieri di Montebello per poi intraprendere, dopo il viaggio di nozze in Sardegna con una fiammante Cinquecento gialla, la professione di rappresentante di forniture alberghiere.

Si erano conosciuti al Salone Rinascita in un giorno che, lo ricordano ancora, “fuori nevicava” e avevano ballato sulle note di “Michelle” dei Beatles, l’ultima canzone che chiudeva la serata. Adesso, nonni e pensionati, non si vogliono certo fermare a questi primi cinquant’anni insieme. Hanno festeggiato al Ristorante Blend dell’amico Fulvio Palchetti all’interno della Villa Corsi Salviati dove, casualmente, hanno incontrato anche il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi e il Governatore della Toscana Eugenio Giani che, con disponibilità, hanno fatto un brindisi con gli invitati e i due novelli sposi. 

Sulle note al violino dell’“Ave Maria” di Schubert prima e del “Cielo in una stanza” di Gino Paoli poi, sono stati accompagnati all’altare dai nipotini Edoardo e Celeste, che hanno fatto anche da testimoni, scambiandosi nuovamente, simbolicamente, gli anelli. Per sempre.

Alla coppia di sposi gli auguri di Piananotizie.