Cinquant’anni di prosciutti e bistecche: storico traguardo per la Macelleria Cappellini di Sant’Angelo a Lecore

SIGNA – La colonna sonora per festeggiare questo importante traguardo, un traguardo storico per come va oggi il mondo del commercio e delle “botteghe”, potrebbe essere “Father to son” dei Queen, di padre in figlio. Già perché proprio oggi, 14 ottobre, la Macelleria Cappellini, in via Pistoiese a Sant’Angelo a Lecore, nel Comune di Signa, […]

SIGNA – La colonna sonora per festeggiare questo importante traguardo, un traguardo storico per come va oggi il mondo del commercio e delle “botteghe”, potrebbe essere “Father to son” dei Queen, di padre in figlio. Già perché proprio oggi, 14 ottobre, la Macelleria Cappellini, in via Pistoiese a Sant’Angelo a Lecore, nel Comune di Signa, festeggia i suoi primi cinquant’anni di attività. Cinquant’anni di lavoro grazie al babbo, Paolo, che ha trasmesso la propria passione per questo mestiere al figlio Enrico. Una passione che nasce ancora da più lontano, da quando Paolo iniziò a lavorare come garzone nella Macelleria di “Pispolino”, storico negozio di Sant’Angelo a Lecore. Nel 1967, poi, decise di mettersi in proprio rilevando il negozio dove aveva mosso i primi passi come macellaio per poi aprire, appunto, il 14 ottobre 1971 nella sede attuale. “Rivisitando” alcune stanze di quella che è rimasta, ai piani superiori, l’abitazione e trasformandoli in una macelleria dove la qualità è sempre stata di casa. Nel 1993, infine, a completare il quadro in una cornice dove i sapori della cucina toscana la fanno da padroni, è entrato anche il figlio maggiore, Enrico, che, guardando alle novità del momento, ha ampliato l’offerta.

Per Paolo, quindi, un’attività “uscio e bottega”: l’uscio condiviso con la moglie Grazia Fiaschi, la bottega con il figlio Enrico, a ulteriore conferma dell’attaccamento a determinati valori e di una macelleria a conduzione familiare. Una macelleria in cui, fino a quattro anni fa, lavorava anche la moglie; una delle quattro rimaste sul territorio signese rispetto a una ventina di anni fa quando quelle in attività erano addirittura venti. E se la parte principale del negozio è dedicata ovviamente alla carne, quella più piccola “fa reparto a sé” con la polleria. La pecora in testa alla hit parade delle vendite, carne genuina, che arriva dalla Garfagnana e dal Casentino, tanti prosciutti appesi “ai ganci”, uno dei quali di quasi venti chili. La qualità senza conservanti negli altri prodotti in vendita come filosofia di vita. Pardon, come filosofia di vendita. Perché quando si entra nella bottega di Paolo ed Enrico si ha subito la bella sensazione di entrare in una bottega di quelle, come direbbe qualcuno, “che c’erano una volta”. Ma per fortuna c’è ancora. E, ve lo assicuro, ha tutto il suo fascino.