“Cinque parole per addolcire il tempo”: Beppe Severgnini protagonista di un evento speciale al Teatrodante Carlo Monni

CAMPI BISENZIO – Sarà Beppe Severgnini, insieme al D&B White Socks Quintet, il protagonista di “Cinque parole per addolcire il tempo”, un dialogo in musica che prende ispirazione dal suo ultimo libro “Socrate, Agata e il futuro” (Rizzoli, 2025). L’appuntamento è inserito nella rassegna letteraria CaRa, Campi Racconta e vuole essere un momento di condivisione e […]

CAMPI BISENZIO – Sarà Beppe Severgnini, insieme al D&B White Socks Quintet, il protagonista di “Cinque parole per addolcire il tempo”, un dialogo in musica che prende ispirazione dal suo ultimo libro “Socrate, Agata e il futuro” (Rizzoli, 2025). L’appuntamento è inserito nella rassegna letteraria CaRa, Campi Racconta e vuole essere un momento di condivisione e ringraziamento, insieme al Comune di Campi Bisenzio, nei confronti del Corriere della Sera, Corriere Fiorentino e TG La7 per la vicinanza e il grande supporto offerto durante l’alluvione. L’appuntamento è per venerdì 7 febbraio alle 21, sul palco del Teatrodante Carlo Monni, in un incontro che unisce riflessioni sulla contemporaneità, storie di vita e melodie indimenticabili. Il D&B White Socks Quintet, che accompagnerà Severgnini nella serata, è composto da Alessio Falcini (sax/clarinetto), Massimo Barsotti (pianoforte), Iacopo Gori (tuba), Claudio Poli (batteria) e Romina Barsotti (voce), per un ensemble capace di regalare al pubblico un’esperienza musicale emozionante e raffinata. “Socrate, Agata e il futuro”, il libro al centro della serata, è un viaggio intellettuale e ironico che racconta il nostro presente con la consueta brillantezza di Severgnini. Attraverso le “cinque parole” del titolo – Socrate, Agata, futuro, musica e vita – l’autore esplora temi universali come la saggezza, il cambiamento e la bellezza della quotidianità.

La vita umana, insegna l’induismo, si divide in quattro periodi: il primo serve per imparare, guidati da un maestro; il secondo per realizzare sé stessi; il terzo per insegnare e trasmettere la conoscenza; l’ultimo, segnato da un progressivo disinteresse verso le cose materiali, per prepararsi al congedo. Molti, oggi, non lo ammettono. Nonostante l’età, continuano a sgomitare, spingere, accumulare. Inseguono cariche, conferme, gratificazioni sociali. Non sanno rallentare, ascoltare, restituire. Con l’aiuto di una nipotina che insegna il disordine quotidiano (e mette i palloncini sul busto di Socrate), Beppe Severgnini riflette sul tempo che passa e gli anni complicati che stiamo attraversando. “Le cose per cui verremo ricordati – scrive – non sono le cariche che abbiamo ricoperto e i successi che abbiamo ottenuto. Sono la generosità, la lealtà, la fantasia, l’ironia. La capacità di farsi le domande giuste”. Don’t become an old bore, non diventare un vecchio barbogio: ecco l’imperativo. L’autore invita a “indossare con eleganza la propria età”. Per farlo serve comprendere il potere della gentilezza, imparare dagli insuccessi, allenare la pazienza, frequentare persone intelligenti e luoghi belli, che porteranno idee fresche. Serve accettare che c’è un tempo per ogni cosa, e la generazione dei figli e dei nipoti ha bisogno di spazio e incoraggiamento. Non di anziani insopportabili. Info: 055 8940864 – WhatsApp 3463038170 – biglietteria@teatrodante.it – www.teatrodante.it.