Cisl: “Toscana: non basta far quadrare il bilancio, bisogna costruire lo sviluppo o il dopo pandemia sarà un incubo”

FIRENZE – “Ancora non abbiamo capito se il prossimo bilancio regionale sarà fatto di tagli o espansivo. Di certo sappiamo bene quello di cui ha bisogno la Toscana: bloccare la perdita di posti di lavoro e costruire nuovo sviluppo, altrimenti il dopo pandemia sarà un incubo economico e occupazionale”. A dirlo è il segretario generale […]

FIRENZE – “Ancora non abbiamo capito se il prossimo bilancio regionale sarà fatto di tagli o espansivo. Di certo sappiamo bene quello di cui ha bisogno la Toscana: bloccare la perdita di posti di lavoro e costruire nuovo sviluppo, altrimenti il dopo pandemia sarà un incubo economico e occupazionale”. A dirlo è il segretario generale della Cisl Toscana, Ciro Recce (nella foto), che aggiunge: “Continuando a discutere solo di come far quadrare il bilancio, rischiamo di soffermarci a guardare al dito anziché alla luna”.

“E’ inevitabile – afferma Recce – voler presentare un bilancio in ordine, ma non può bastare. La Regione non si è confrontata quest’anno con le parti sociali e dunque non sappiamo quali siano le reali intenzioni della giunta; per questo siamo preoccupati per il botta e risposta su possibili tagli che continuiamo a leggere sulla stampa, perché rischierebbero di frenare il recupero dal tracollo del 2020 e di erodere i diritti delle persone. Comunque sia, aggiustare le varie poste di spesa per centrare l’equilibrio contabile non può esaurire l’impegno della politica: occorre alzare lo sguardo e, insieme alle forse economiche e sociali, decidere le azioni necessarie per dare gambe alla ripresa e allo sviluppo. I fondi del Pnrr prima di tutto vanno intercettati; e poi, non dimentichiamolo, solo una parte delle risorse è a fondo perduto, mentre le altre vanno restituite: un’impresa impossibile se non riusciremo a creare sviluppo e occupazione”.

“Insomma – conclude Recce – non ignoriamo che viviamo una fase di emergenza, ma dobbiamo oggi costruire il modo per uscire da questa fase, portando avanti sviluppo e occupazione, perché solo così il dopo pandemia sarà buono per imprese e persone”.