Cobas Ginori chiedono incontro urgente con il curatore fallimentare Spignoli e il giudice Mariani

SESTO FIORENTINO – I Cobas della Ginori intervengono a seguito dell’esito della presentazione delle offerte per l’asta fallimentare dell’azienda sestese. “Il risultato di oggi conferma quanto sia stata scellerata la decisione del Tribunale di Firenze di mandare fallita Richard Ginori – si legge in una nota dei Cobas – La rabbia dei lavoratori è tanta […]

SESTO FIORENTINO – I Cobas della Ginori intervengono a seguito dell’esito della presentazione delle offerte per l’asta fallimentare dell’azienda sestese.
“Il risultato di oggi conferma quanto sia stata scellerata la decisione del Tribunale di Firenze di mandare fallita Richard Ginori – si legge in una nota dei Cobas – La rabbia dei lavoratori è tanta se si pensa che la fabbrica era già stata assegnata e che se il Tribunale non avesse preso il 7 gennaio quella sciagurata decisione, ancora oggi incomprensibile, la maggior parte di loro oggi sarebbe a lavorare”.
Preoccupazione, quindi, per un ulteriore slittamento dei tempi che potrebbe mettere a rischio anche gli ammortizzatori sociali per i lavoratori.
” Ma la giornata di oggi – prosegue la nota – determina anche il fallimento del curatore fallimentare. Come avevamo sostenuto fin dall’inizio il bando, così come costruito, con una base d’asta superiore al prezzo con il quale l’azienda era stata assegnata in un primo tempo, è servito più ad allontanare piuttosto che avvicinare possibili acquirenti”.
I Cobas richiederanno incontri urgenti con ul curatore fallimentare Abdrea Spignoli e il giudice Isabella Mariani per chiedere che il nuovo bando preveda “vincoli a salvaguardia dell’occupazione e che siano da deterrente a possibili approcci di società finanziarie e fondi d’investimento che, negli ultimi giorni, hanno già cominciato a fare capolino. La legge non lo vieta in presenza di realtà socialmente rilevanti come Richard Ginori”.
Secondo i Cobas è indispensabile che venga subito riparato e riacceso il forno principale di cottura dello stabilimento sestese “per dare un senso all’esercizio provvisorio e affinché, in caso di una futura assegnazione, alla nuova società sia consegnata un’azienda che non sia un cadavere, ma un’azienda che possa riprendere l’attività nel più breve tempo possibile”.