Coldiretti lancia l’allarme: “Febbraio bollente, niente piogge e Bilancino ai minimi storici”

CAMPI BISENZIO – “Il mese di febbraio si è chiuso facendo segnare una temperatura superiore di 1,38 gradi rispetto alla media storica ma l’anomalia è più evidente al nord del Paese dove la colonnina di mercurio è stata superiore addirittura di circa 2 gradi”. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base dei […]

CAMPI BISENZIO – “Il mese di febbraio si è chiuso facendo segnare una temperatura superiore di 1,38 gradi rispetto alla media storica ma l’anomalia è più evidente al nord del Paese dove la colonnina di mercurio è stata superiore addirittura di circa 2 gradi”. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr che classificano il febbraio 2019 fra i quindici più bollenti dal 1800 nella Penisola. “Il caldo è stato accompagnato da un’insolita mancanza di precipitazioni che nelle città – sottolinea la Coldiretti – ha causato l’innalzamento dei livelli di inquinamento con il superamento dei limiti sulla qualità dell’aria che ha fatto scattare i divieti”. “Senza le precipitazioni di febbraio, fiumi, laghi, invasi e terreni sono a secco – continua la Coldiretti – e soffrono per la siccità le campagne poiché le riserve idriche sono necessarie per i prossimi mesi quando le colture ne avranno bisogno per crescere”. “In attesa delle piogge, – proseguono – annunciate per il prossimo week end, particolarmente critica è la situazione sul bacino dell’Arno con l’invaso di Bilancino che si presenta a livelli minimi storici. Il lago del Mugello, infatti, che invasa e restituisce in un anno 100 milioni di metri cubi di acqua, secondo gli ultimi rilievi di Publiacqua, presenta in invaso soltanto 61 milioni di metri cubi di acqua”. “Il caldo anomalo – continuano – ha provocato anche il risveglio delle piante con mandorli e albicocchi che sono in fiore e i peschi già pronti a sbocciare ma tutte le coltivazioni sono in grande anticipo. La “finta primavera” ha ingannato le coltivazioni favorendo un risveglio che le rende particolarmente vulnerabili all’annunciato ritorno del freddo con danni incalcolabili per la produzione”.