Coldiretti Toscana: “Agricoltura e turismo il vero motore di crescita in regione, più di artigianato e industria”

FIRENZE – L’agricoltura (32%) e il turismo (56%), a cui le imprese agricole compartecipano con l’importante attività di oltre 5.000 agriturismi e un milione di turisti l’anno, insieme al commercio (33%) sono i settori trainanti per la crescita dell’economia regionale davanti all’artigianato (28%), all’industria (27%), alla cultura (19%) e ai servizi finanziari (5%). Nel percepito […]

FIRENZE – L’agricoltura (32%) e il turismo (56%), a cui le imprese agricole compartecipano con l’importante attività di oltre 5.000 agriturismi e un milione di turisti l’anno, insieme al commercio (33%) sono i settori trainanti per la crescita dell’economia regionale davanti all’artigianato (28%), all’industria (27%), alla cultura (19%) e ai servizi finanziari (5%). Nel percepito del toscani l’agricoltura ha un peso specifico sulla crescita regionale superiore del 39% rispetto alla media nazionale e avrà un ruolo sempre più strategico in futuro. Il territorio e il paesaggio sono l’elemento, insieme all’architettura e all’arte, e poi ai prodotti alimentari e al cibo, che meglio di altri dipingono la Toscana. Il territorio e il paesaggio, l’architettura e all’arte, i prodotti alimentari e al cibo sono gli elementi che meglio di altri dipingono la Toscana. A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base del rapporto elaborato dal Centro Studi Divulga e Ixè “Il comparto agricolo toscano tra partecipo e reale” presentato in occasione dell’evento sulla riforma del sistema delle indicazioni geografiche che si è tenuto all’Innovation Center di Firenze secondo cui il ruolo delle DOP e IGP è quello di saldare il legame tra agricoltura, cibo e territorio. All’iniziativa hanno partecipato, fra gli altri. in qualità di relatori Paolo De Castro (europarlamentare relatore della riforma), Stefania Saccardi (vice-presidente e assessore Agroalimentare Regione Toscana), Fabrizio Filippi (presidente Coldiretti Toscana) e Angelo Corsetti (direttore Coldiretti Toscana).

“I toscani – ha detto il presidente Filippi – percepiscono l’agricoltura e la nostra zootecnica come settori chiave per l’economia e l’occupazione ma anche per la tutela dell’ambiente e del paesaggio. Un settore che, per due terzi del campione del rapporto, porta importanti benefici a tutti. Il percepito ha una corrispondenza evidente anche nella vita reale che si traduce in 52.000 imprese, 70.000 occupati, 3,7 miliardi di valore aggiunto, quasi 3 miliardi di esportazioni e il più ricco paniere, con 93 eccellenze, di prodotti a indicazione geografica Dop Igp Stg che producono complessivamente un impatto economico di oltre 1,3 miliardi di euro, che vale il 30% del totale dell’agroalimentare regionale. Un settore da difendere dall’Europa che più volte ha tentato di omologare e schiacciare: in questa ottica la riforma sul sistema delle certificazioni, in discussione a Bruxelles, può rappresentare una opportunità per rafforzare la nostra leadership, l’identità del nostro agroalimentare ed il futuro del nostro Made in Italy. La Toscana è, anche in questo dibattimento, presente e operativa nel comunicare, nel far conoscere alle imprese e ai Consorzi di Tutela così come nell’affermare la sua visione per un’agricoltura di qualità che deve essere protetta da chi vorrebbe depotenziarla o danneggiarla. L’agricoltura è un asset centrale per lo sviluppo della regione, le indicazioni geografiche un volano di questa crescita”.

Il rapporto ha messo in evidenza un’altra caratteristica dell’agricoltura toscana: le aziende agricole regionali non sono solo tra le più multifunzionali, attive soprattutto nell’accoglienza agrituristica, ma anche le la più connesse e digitali: quasi 8 aziende su 10 del campione del rapporto del Centro Studi Divulga – Ixè di Coldiretti Toscana sono presenti sul web e molte utilizzano i social per promuoversi. Il 78% delle aziende ha un collegamento internet (73% la media nazionale), quasi una su due ha un sito internet (40%) quando la media nazionale è una su cinque. Il rapporto ha infine indagato su quali sono le difficoltà incontrate dal tessuto produttivo regionale: al primo posto c’è l’accesso ai finanziamenti (31%) seguito dall’adeguamento ai mutamenti normativi, quindi la burocrazia (25%), la commercializzazione dei prodotti (24%), il reperimento di lavoratori qualificati (21%).