Collegino. Il sindaco Falchi online ricorda la strage e legge la lettera di Silvia Parigi

SESTO FIORENTINO – “L’8 febbraio 1944 Sesto Fiorentino fu teatro di una delle tante tragedie che hanno costellato il tempo della guerra nel nostro paeste. Quella mattina un bombardamento strappò alla vita 23 bambini insieme ad un giovane chierico. Ogni anno il comune ricorda quella data, quell’episodio e prova a tramandare la memoria della assurdità […]

SESTO FIORENTINO – “L’8 febbraio 1944 Sesto Fiorentino fu teatro di una delle tante tragedie che hanno costellato il tempo della guerra nel nostro paeste. Quella mattina un bombardamento strappò alla vita 23 bambini insieme ad un giovane chierico. Ogni anno il comune ricorda quella data, quell’episodio e prova a tramandare la memoria della assurdità guerra che causa lutti e fatti terribili come quelli del Collegino”. Così il sindaco Lorenzo Falchi è intervenuto online questa mattina con un video per ricordare la strage del Collegino, una cerimonia che per motivi legati alla pandemia si è svolta in forma virtuale. Il sindaco Falchi ha letto una lettera di Silvia Parigi scritta anni fa, sorella di Giuseppe Parigi uno dei bambini che persero la vita nel bombardamento del Collegino a Colonnata.

“Andavano alla scuola di Quinto e quel giorno alle 11.30 il sacerdote che si trovava con loro era andato a prenderli a causa delle sirene d’allarme credeva di portarli al sicuro. Mentre erano vicino al collegio iniziarono i bombardamenti cadde una prima bomba che non esplose, ma la seconda fece una strage, una cosa allucinante. Per strada si sentivano solo le sirene delle ambulanze, le urla e chi chiedeva dei bambini e si sentiva dire che erano tutti morti, scene indescrivibili. La gente che giungeva sul posto era una cosa straziante. Giorni di ricerca e di disperazione. I familiari andavano all’ospedale del cimitero perché dicevano che erano ancora tutti vivi all’ospedale o al cimitero. Poi via via i miseri resti che trovavano di volta in volta li portavano lì nella stanza mortuaria, poichè la bomba li aveva scaraventati lontani, alcuni erano rimasti anche sotto le macerie dei muri. La Cappugi Fedora con due figli e vedova, aveva messo in collegio solo da due mesi Parigi Giuseppe di 8 anni perché c’era la miseria, c’era la guerra, ma soprattutto per la scuola. Ogni domenica tornava a casa e tornò a casa anche quella domenica e il martedì mattina lo trovò tutto in pezzi. Si salvarono solo due bimbi, uno perchè si era fermato ad allacciarsi una scarpa, l’altro era ancora più lontano. Con questi bimbi muore pure il sacerdote Tezze Teofilo di appena 21 anni. Dopo giorni e giorni di ricerche affannose riuscirono a raccogliere tutti i pezzi e alla fine furono riconosciuti tutti ma ci volle molto tempo. La cerimonia in chiesa fu una scena straziante, una madre aveva perso due figli. Nessuno può capire. Il fratellino mio l’ho chiamato tanto e l’ho perso, non lo posso più vedere”.

“Questa lettera toccante – ha concluso il sindaco – deve essere ancora oggi per noi di monito perché la guerra non abbia più spazio nel nostro mondo. Anche se sappiamo che in altre parti del mondo la guerra continua”.

Il sindaco ha poi letto i nomi dei bambini morti nella strage del Collegino: Giuseppe Parigi, Giacomo Arrighetti, Gaetano Balsamo, Littorio Barinci, Romano Baroni, Valdemaro Bellanti, Oscar Bellò, Brunellesco Cantini, Fabio Capaccioli, Marcello Cappellini, Aldo Colletti, Romano Innocenti, Piero Marconi, Silvano Mazzanti, Piero Moretti, Raffaello Oleandro, Gino Orvieto, Marcello Ragionieri, Remo Tani, Romano Tarli, Atos Toccafondi, Luciano Toccafondi, Simone Vannella, Teofilo Tezzi.