Comitato per la tutela degli alberi “Perché una nuova strada nel parco degli Etruschi?”

SESTO FIORENTINO – “Perché una parte del Parco degli Etruschi si trasforma in una nuova strada?” Lo chiede in una nota pubblicata anche sui social, il Comitato per la tutela degli alberi che “il Parco che si estende alla sinistra del fiume Zambra era attraversato da una viabilità carrabile quale collegamento con l’uscita d’emergenza dalla […]

SESTO FIORENTINO – “Perché una parte del Parco degli Etruschi si trasforma in una nuova strada?” Lo chiede in una nota pubblicata anche sui social, il Comitato per la tutela degli alberi che “il Parco che si estende alla sinistra del fiume Zambra era attraversato da una viabilità carrabile quale collegamento con l’uscita d’emergenza dalla galleria sottostante. Non sappiamo il perché questa strada non sia mai stata catramata (anche se corredata di marciapiedi) ma ci piace pensare che gli amministratori di quel tempo avessero evitato di asfaltare per non infierire ulteriormente in quell’area. A ciò invece ci ha pensato l’attuale sindaco Falchi incurante del consumo di suolo che ormai lo contraddistingue (si pensi solo all’Area Ginori dove sorgeranno due ennesimi Centri Commerciali) dando il via ai lavori per collegare via Gramsci a Quinto Alto”.

“Ovviamente – prosegue la nota – anche queste nuove opere sono il risultato di una compensazione, stavolta a carico di Publiacqua con i soldi ricavati dal pagamento delle tariffe idriche. In pratica, la compensazione sulla compensazione. Perché quindi, adesso, una parte del Parco degli Etruschi si trasforma in una nuova strada? Da anni, la cementificazione della Cittadella di Doccia prosegue senza arrestarsi con nuove costruzioni in un’area già abbondantemente satura di case stile alveare mentre altri nuovi appartamenti aspettano da tempo il permesso a costruire nel parcheggio comunale antistante l’ingresso alla“Cittadella”.

“Tonnellate di cemento già pronte per essere trasportate – conclude la nota – mentre i cittadini ignari, come sempre, si troveranno decisioni irrevocabili e irrimediabili già attuate. Intanto, una decina sono gli alberi che, trovandosi sul percorso, si sono dovuti ‘inchinare’ per far spazio a questa logica di potere dominante travestita di ‘verde”.