Con Giovanni Bertini se ne va un pezzo di storia della televisione

SIGNA – “Pier Francesco icche c’è?”. Questo era spesso il suo modo di salutarmi, un saluto che poteva sembrare “burbero” ma che in realtà “nascondeva” il suo desiderio di sapere che novità c’erano sul territorio. E io gli rispondevo “Tutto a posto Giovanni”. Già, perché Giovanni Bertini, oltre a essere il fondatore di una delle […]

SIGNA – “Pier Francesco icche c’è?”. Questo era spesso il suo modo di salutarmi, un saluto che poteva sembrare “burbero” ma che in realtà “nascondeva” il suo desiderio di sapere che novità c’erano sul territorio. E io gli rispondevo “Tutto a posto Giovanni”. Già, perché Giovanni Bertini, oltre a essere il fondatore di una delle più belle realtà nel mondo della televisione, la Telerecord di San Mauro a Signa, oltre a essere il marito di Fernanda, era anche mio zio, il fratello di Amelia, mia mamma, e Giovanna, il babbo di Rossella, Fabio e Caterina, i cugini preferiti. Non me ne vogliano, quindi, i nostri lettori se per una volta sarò un po’ più di parte. Giovanni ci ha lasciati oggi all’età di 84 anni ma il suo ricordo, come hanno dimostrato le numerose testimonianze di affetto arrivate sia sui social che in privato, sono l’ulteriore dimostrazione che il suo ricordo è estremamente vivo e lo sarà per sempre.

Amici, conoscenti, ex colleghi o collaboratori, tutti pronti a testimoniare ancora una volta che la sua filosofia di vita, il lavoro come una famiglia, una famiglia come il lavoro, è stata sicuramente vincente. E in tanti lo hanno voluto ribadire che da Giovanni hanno imparato molto, dal punto di vista professionale ma soprattutto umano. Infatti, dopo i primi passi nel mondo del lavoro nell’azienda di famiglia che produceva borse, la sua grande intuizione – una delle tante – fu quella di dare vita a ciò che si pone davanti ai nostri occhi con una telecamera. Un precursore, un innovatore, un appassionato del lavoro, al punto di rinunciare spesso anche al sonno pur di raggiungere l’obiettivo che si era prefissato. E anche se la Telerecord ha cessato l’attività tre anni fa, chi ha avuto a che fare con lui lo ricorda sempre con grandissimo affetto. Perché anche in azienda “Giovannone” era come il capo famiglia.

E come in tutte le famiglie ci sono stati i momenti per arrabbiarsi e i momenti per sorridere, che hanno avuto sempre il sopravvento. E come in tutte le famiglie ci sono state grandi soddisfazioni da condividere. Lo testimoniano i tanti lavori, dallo sport alla musica solo per fare due esempi, portati con successo a termine. Con grande successo. Ma senza mai tralasciare l’umiltà che lo ha sempre contraddistinto al punto di essere un “numero 1” soprattutto grazie all’unione di questi due fattori: umiltà e capacità, caratteristiche che difficilmente si ritrovano, soprattutto abbinate insieme, in chi nel lavoro ha potuto tagliare i suoi traguardi. Lo dimostrano in modo inequivocabile le parole scritte su Facebook da Leonardo Conti, uno dei “suoi” ragazzi, che prendo come simbolo dei tantissimi che con lui hanno collaborato e sono cresciuti: “Trentacinque anni fa sono arrivato per la prima volta a San Mauro. Da quel momento tante soddisfazioni, qualche incavolatura, parecchie ore a tarare gli Ampex e allineare i “pallini” del Peter Pearce. Ma quante cose ho imparato. Sei stato il mio “babbo tecnico” e fino all’ultimo cavo rifatto sei stato l’esempio per tutti i tuoi figlioli professionali. E mi accorgo solo ora che questa forse è la prima volta che ti do del tu. Riposa in pace Giovanni”.

Giovanni sarà esposto da domani, mercoledì 15 settembre, nella Compagnia adiacente alla chiesa di San Mauro a Signa. Il funerale verrà celebrato giovedì 16 settembre alle 15 sempre nella chiesa di San Mauro. Non fiori ma donazioni all’ANT.