Confartigianato Toscana, Giusti: “In Toscana l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia sta facendo chiudere molte imprese”

FIRENZE – “Gli aumenti dei prezzi delle materie prime, dei prodotti e dell’energia impiegati nelle produzioni artigianali e manifatturiere sono fuori controllo e stanno portando molte imprese alla chiusura”. A lanciare l’allarme è Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Toscana, che evidenzia come “per le imprese il costo dell’energia elettrica è salito in media del […]

FIRENZE – “Gli aumenti dei prezzi delle materie prime, dei prodotti e dell’energia impiegati nelle produzioni artigianali e manifatturiere sono fuori controllo e stanno portando molte imprese alla chiusura”. A lanciare l’allarme è Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Toscana, che evidenzia come “per le imprese il costo dell’energia elettrica è salito in media del 138% e quello del gas del 228%. A questi aumenti si sono aggiunti quelli dei costi delle materie prime e dei prodotti impiegati nelle lavorazioni”. “La situazione è diventata critica – prosegue Giusti – perché con i blocchi e i rallentamenti delle attività dovuti alla pandemia tante imprese hanno esaurito i magazzini e quindi manca l’offerta. Questo ha portato a smisurati aumenti del costo di tutte le materie prime, degli imballaggi, dei servizi di trasporto che penalizzano tanti settori economici della nostra Regione. Molte imprese non riescono a produrre, perché hanno difficoltà a reperire le materie prime e i semilavorati e anche se ci riescono spesso consegnano in ritardo e vendono a prezzi, fissati mesi prima da contratti di fornitura, che non consentono loro di coprire i costi che nel frattempo sono aumentati in modo esponenziale”.

Per Maurizio Baldi, presidente della consulta regionale delle categorie di Confartigianato, “gli aumenti hanno riguardato quasi tutte le imprese associate a Confartigianato in Toscana. Si va da aumenti medi del 10% per i prodotti generici a punte del 100% e del 250% di aumento per alcune materie prime e prodotti chimici impiegati nel tessile, nell’edilizia, nella filiera della carta e stampa. Molte piccole e medie imprese si trovano anche costrette a ricorrere al fermo degli impianti con il ricorso alla cassa integrazione per i dipendenti. Una situazione che rischia di vanificare gli sforzi di rilancio delle attività produttive”.

“Le istituzioni devono sostenere le imprese in questo difficile momento con misure specifiche, come è stato per il 110% in  l’edilizia, e incentivando i loro investimenti per il miglioramento dei processi produttivi. Devono anche però vigilare per evitare speculazioni con aumenti dei prezzi che erodono i margini di interi comparti produttivi”, conclude Giusti.