FIRENZE – Si affidano a un comunicato congiunto Confesercenti Toscana, Confcommercio Toscana, Fiepet Toscana e Fipe Toscana per esprimere la loro rabbia di fronte alla decisione del ministro Speranza di confermare la Toscana come zona arancione. Ed è una presa di posizione durissima, “per una decisione – dicono – che rischia di assestare il colpo finale a migliaia di aziende di un settore che si è sempre adeguato alle necessità sanitarie adottando immediatamente tutti i protocolli richiesti. Leggiamo in questa immotivata scelta una punizione senza motivi, con la politica nazionale che risulta persino incapace di utilizzare i provvedimenti legislativi”.
E a ulteriore conferma del loro stato d’animo, aggiungono: “La Toscana è restata arancione nonostante il decreto Ristori quater preveda che la regola dei 14 giorni possa essere disattesa nel caso in cui la cabina di regia “ritenga congruo” un periodo inferiore; i dati evidenziano una forte decrescita del numero dei contagi, così come la crescita del tracciamento; siano state realizzate nuove infrastrutture dedicate ai pazienti Covid per oltre 500 posti letto capaci di allentare il peso sui plessi ospedalieri. Non avere il coraggio delle scelte pur avendone la possibilità, è un segnale di limitata capacità di governo. Governare significa assumersi responsabilità, con l’impegno a non lasciare indietro nessuno”.
Passando poi alle singole posizioni, per Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana, “è uno schiaffo in faccia alla nostra regione, alle imprese e alle istituzioni, una frattura difficile da sanare. Chiediamo immediatamente alla Regione un tavolo di emergenza per capire cosa fare subito per queste imprese e per permettergli di lavorare anche contro le volontà incomprensibili di numeri, codici, rapporti, algoritmi. È una cosa inaccettabile e un gigantesco alibi”.
Per Franco Marinoni, presidente regionale Confcommercio, “perdere anche solo un altro giorno sarebbe criminale, vorrebbe dire non aver capito nulla della tragedia in atto, prima di tutto sanitaria ma anche economica. Anche se qualcuno si ostina a non tenerne conto. Così facendo si condannano a morte certa migliaia di imprese”.
“I ristoratori toscani – dice Franco Brogi, presidente Fiepet Toscana – sono schiacciati a oggi, non tanto dal Covid-19, ma dall’incapacità di questo governo che non riesce a far rispettare due regole sensate ma si accanisce su una categoria ad oggi in maniera del tutto infondata. Alla politica nazionale chiediamo di fare il proprio mestiere, avendo il coraggio di fare la cosa giusta non quella che vi torna meglio. Dietro ogni banco bar, dentro le cucine, ci sono famiglie, vite sogni passioni”.
Infine, è la volta di Aldo Cursano, presidente regionale Fipe: “Annunciamo, come federazioni di categoria, una forte iniziativa a sostegno della bontà delle nostre ragioni: stiamo definendo gli ultimi dettagli organizzativi e renderemo noto il programma nelle prossime ore. Se è vero poi che i dati sono preoccupanti, nonostante le due settimane di zona rossa e una di arancione, quindi di non attività per i nostri ristoranti, questo dimostra che le fonti di contagio è evidente siano altre”.