Confesercenti: “Commercio e piccola impresa, a marzo una media del 60% nel crollo del fatturato”

FIRENZE – E’ impressionante l’analisi della situazione che Confesercenti Firenze fa in merito a commercio e piccola impresa dopo l’inizio dell’emergenza Covid-19. Nel mese di marzo, infatti, con la tempesta provocata dal virus, le piccole imprese di commercio, turismo, servizi e ristorazione della Città metropolitana di Firenze hanno visto crollare in pochi giorni la loro fatturazione […]

FIRENZE – E’ impressionante l’analisi della situazione che Confesercenti Firenze fa in merito a commercio e piccola impresa dopo l’inizio dell’emergenza Covid-19. Nel mese di marzo, infatti, con la tempesta provocata dal virus, le piccole imprese di commercio, turismo, servizi e ristorazione della Città metropolitana di Firenze hanno visto crollare in pochi giorni la loro fatturazione media. Un dato, questo, che emerge dal sistema di registrazione delle fatture elettroniche che Confesercenti Firenze gestisce per alcune migliaia di imprese del nostro territorio. “Purtroppo il dato è abbastanza chiaro: nel mese di marzo c’è stato un calo medio che sfiora il 60% delle fatture emesse rispetto ai mesi immediatamente precedenti di gennaio e febbraio – commenta Claudio Bianchi, presidente Confesercenti Metropolitana di Firenze – e se si pensa che circa il 30% delle attività è comunque restato aperto, fornendo un servizio essenziale per i cittadini (alimentari, tabacchi, erboristerie, fiori, elettrodomestici, ferramenta, farmacie) ci si rende conto come per alcune attività turismo e ristorazione la riduzione dei fatturati schizzi verso percentuali draconiane intorno all’80/90%. Preoccupa soprattutto che questo dato negativo sia soprattutto riconducibile alle ultime due settimane del mese, il che lascerebbe intravedere, se possibile, una situazione ancora peggiore per il mese di aprile”.

“Il dato è eloquente: le nostre attività stanno vivendo un vero e proprio tsunami economico e finanziario, che rischia di comprometterne tenuta e capacità di sopravvivenza, nel breve come nel medio periodo. Ecco perché come abbiamo sostenuto, ormai da qualche settimana in tutti i contesti istituzionali possibili occorre accelerare sul fronte sostegno e aiuto alla piccola impresa del commercio”.

Rispetto a questi numeri le misure previste dal decreto “Cura Italia” (bonus 600 euro, Credito imposta affitti, moratoria mutui Pmi e poco altro) “non sono, in tutta evidenza, sufficienti a tale scopo. Ecco perché confidiamo nel prossimo decreto (già annunciato per i primi giorni di aprile) per avere più risorse da mettere in campo sul versante piccola e media impresa. Una specie di “Elicopter Money Pmi”, che vada ben oltre i 600 euro previsti dal decreto “Cura Italia” passando per la domanda Inps. Insomma una bella dose di liquidità per far ripartire le imprese (non tutte) che hanno subito (davvero) i maggiori danni dall’emergenza Coronavirus”.

Occorrono dunque, per Confesercenti, “una serie di misure corpose, tangibili, strutturate, estese nel tempo: anche sotto forma di indennizzo magari solo in parte rimborsabile (in futuro) nella compensazione debiti/crediti con lo Stato. Questo ci dicono i nostri numeri, purtroppo difficilmente contestabili; confidiamo – conclude Bianchi – che chi governa il paese possa e sappia prenderne atto e agisca di conseguenza”.