Confesercenti e il Coronavirus: “Ecco cosa può fare Firenze”

FIRENZE – “Lo diciamo ormai da giorni, oltre alla crisi sanitaria occorre affrontare anche quella economica”. Come spiega Lapo Cantini, responsabile Confesercenti per la città di Firenze, “ci siamo incontrati con Dario Nardella e le categorie economiche e sociali perché il Coronavirus è un’emergenza sanitaria ma anche economica per il paese. E abbiamo presentato un documento […]

FIRENZE – “Lo diciamo ormai da giorni, oltre alla crisi sanitaria occorre affrontare anche quella economica”. Come spiega Lapo Cantini, responsabile Confesercenti per la città di Firenze, “ci siamo incontrati con Dario Nardella e le categorie economiche e sociali perché il Coronavirus è un’emergenza sanitaria ma anche economica per il paese. E abbiamo presentato un documento (consultabile sul sito Internet www.confesercenti.fi.it) con richieste precise e argomentate da fare valere a tutti i livelli istituzionali”. “I numeri – si legge nel documento – sono già stati fatti da più parti, quindi è inutile riproporli all’infinito: si può sicuramente parlare di un calo fatturato di almeno l’80% per le attività dell’area Unesco. Ecco perché occorre fare bene e possibilmente subito nel fronteggiare questa catastrofe senza precedenti, neppure paragonabile rispetto all’11 settembre o altri episodi drammatici della storia nazionale e/o internazionale”.

Confesercenti sintetizza in più punti il lavoro da portare avanti: “Ci aspettiamo pertanto un duplice impegno da parte di Palazzo Vecchio: da una parte un’azione concreta di sensibilizzazione/intervento nei confronti dei più alti livelli istituzionali, Regione, Governo, UE, dall’altra alcune misure laddove si può concretamente intervenire. Questo duplice impegno dovrebbe essere mirato a conseguire un pacchetto di misure a sostegno del comparto piccole e medie imprese su turismo, commercio, servizi, moda, pubblici esercizi e ristorazione per finanziare Cig temporanea dipendenti, sospensione bollette e utenze, rinvio scadenze fiscali e tasse locali (Imu, Tari, Cosap), accesso gratuito al credito anche attraverso accordi con il mondo bancario e aumento fondo di garanzia/moratoria sui mutui in essere per esercizio attività, dontributo straordinario pagamento affitti attività commerciali e indennizzi attività commerciali e professioni turistiche che abbiano subito danni rilevanti”.

Per quanto riguarda invece la tempistica, “inizialmente si potrebbe mirare a un provvedimento “conservativo” rispetto al patrimonio economico e commerciale della piccola impresa, che consenta a tutti coloro che vivono della loro attività di passare in qualche modo indenne questo momento tragico della vita economica nazionale e ripartire appena sarà possibile, attraverso la semplice sospensione dei pagamenti. Solo successivamente, una volta reperite anche le risorse a livello UE si potrebbe pensare a un secondo pacchetto di misure per cancellare in modo totale gli adempimenti (da definire con quali criteri e modalità) e quindi sostenere investimenti e rilancio attività”.

Resta poi il tema della comunicazione: “Su questo tema potremo anche prevedere, anche attraverso una ritrovata sinergia tra categorie economiche, anche un insieme di nuove iniziative che mirino alla rivitalizzazione dell’area Unesco, con eventi, iniziative, promozioni su parcheggi, taxi e altri mezzi pubblici di servizio alla città. E’ comunque chiaro che il Comune di Firenze dovrà concorrere alla definizione di un grande progetto di marketing territoriale e promozione per il rilancio di immagine del territorio nazionale, che dovrà essere definito quanto prima anche superando l’attuale impasse del Governo nazionale. Inoltre, dovremo concretamente mirare al “recupero” del turismo interno, per una serie di motivi più a portata di mano e occorrerà farlo anche con strumenti di promozione straordinaria, anche intervenendo sui costi per utenti nell’utilizzo vettori e infrastrutture”.

C’è infine il tema delle scuole e delle università americane, che svolgono un ruolo importante nell’economia della città: “Su questo bisognerà attivarsi a tutti i livelli per capire quali siano le reali prospettive per il comparto. Per portare avanti questo lavoro molto difficile e complicato bisogna definire prima possibile un unico interlocutore politico e istituzionale con cui le categorie possano rapportarsi; un tavolo di lavoro con le associazioni di categoria per monitorare continuamente la situazione e condividere gli interventi”.