Confesercenti in piazza a difesa dei Centri Commerciali Naturali: “Avere un futuro è un nostro diritto”

FIRENZE – “Avere un futuro è un nostro diritto”: questo lo slogan che ha caratterizzato la manifestazione di oggi, nel centro di Firenze, che ha visto come protagonista Confesercenti cittadina e, in modo particolare, i Centri Commerciali Naturali. Con la consegna di un documento al presidente della Regione, Eugenio Giani, che, a sua volta, ha […]

FIRENZE – “Avere un futuro è un nostro diritto”: questo lo slogan che ha caratterizzato la manifestazione di oggi, nel centro di Firenze, che ha visto come protagonista Confesercenti cittadina e, in modo particolare, i Centri Commerciali Naturali. Con la consegna di un documento al presidente della Regione, Eugenio Giani, che, a sua volta, ha affermato che scriverà “al premier Conte per sostenere le regioni delle imprese”. Documento che, di riflesso, riguarda direttamente anche i CCN attivi in alcuni Comuni della Piana. L’iniziativa quotidiana, infatti, come si legge in un comunicato, ha voluto mettere l’accento “la drammatica situazione del commercio di vicinato” e porla “all’attenzione delle istituzioni locali”.

Al termine della manifestazione una delegazione di operatori, composta, tra gli altri, dal presidente Confesercenti Firenze e della città, rispettivamente Claudio Bianchi e Santino Cannamela, dalla coordinatrice Centri Commerciali Naturali, Lucilla Cracolici, e da alcuni presidenti di queste aggregazioni del commercio, sono stati ricevuti dal governatore Eugenio Giani e dall’assessore regionale al commercio Leonardo Marras. Presenti anche i consiglieri regionali Massimiliano Pescini, Maurizio Sguanci e Fausto Merlotti.

“Ringraziamo la Regione Toscana per l’assunzione di questo impegno di grande importanza per le nostre imprese, – ha commentato Cannamela – confidiamo quanto prima di riaprire le nostre attività e far giungere a quest’ultime anche il sostegno economico finora quasi del tutto mancato”.

Per quanto riguarda il documento, ecco, in sintesi, i punti principali:

⦁ Subito un decreto che imponga un “Equo Canone Pmi” fino al 31 dicembre 2021, in cui si preveda il taglio degli affitti con percentuali variabili a partire dal 50 per cento, a seconda della perdita di fatturato, della tipologia e collocazione attività.
⦁ A seguire un blocco totale (per tutto il 2021) di scadenze fiscali, tributi locali, gabelle varie (in questi giorni sono arrivati anche i bollettini del Consorzio di bonifica, ma era proprio opportuno?) e a seguire il loro azzeramento complessivo.
⦁ Prevedere criteri e modalità per un interventi diretto dello stato nel capitale aziendale anche delle piccole imprese, al fine di garantire la continuità aziendale e la sopravvivenza del tessuto produttivo.
⦁ Rimborso a fondo perduto pari ad almeno il 20% calcolato sull’intera perdita del fatturato, dal mese di marzo a quello di dicembre 2020 (compresi).
⦁ Revisione del principio che adotta i codici Ateco come metro di misura sia per le chiusure che per i ristori.
⦁ Alzare la soglia dell’ammontare al credito garantito dallo stato al 100%, almeno a 50.000 euro, considerato che l’altro è poco utilizzabile dalle Pmi.
⦁ Tra i soggetti beneficiari delle diverse misure di credito e ristoro attualmente previste, inserire anche le Imprese Start up e quelle che hanno aperto negli ultimi sei mesi del 2019 e all’inizio del 2020 che sono state assolutamente ignorate.
⦁ Aldilà degli appelli a non comprare su Amazon (utili certo, ma sicuramente non risolutivi), non è più rinviabile, soprattutto adesso che può venire meno la rappresaglia commerciale Uusa, la Web Tax targata UE.

“Ci sono pochi giorni – conclude il comunicato – per invertire la rotta in questa direzione: dobbiamo farlo tutti insieme: istituzioni, sindaci, pubblica amministrazione, imprese, associazioni di categoria. Altrimenti non resterà che chiudere per sempre le nostre attività e con questo gesto decretare la fine del sistema Italia progettato e realizzato, dai nostri padri e nonni, negli ultimi 70 anni”.