Confesercenti: “Primo maggio, 10.000 imprese in campo per salvare il lavoro”

FIRENZE – Domani è il 1 maggio, giornata dedicata alla “Festa del lavoro”. E, nell’occasione, Confesercenti Firenze ha programmato un’iniziativa specifica su tutto il territorio della Città metropolitana. “L’obiettivo – spiegano dall’associazione di categoria – è quello di porre al centro dell’attenzione la drammatica situazione delle piccole imprese del commercio, servizi, turismo e somministrazione piegate da […]

FIRENZE – Domani è il 1 maggio, giornata dedicata alla “Festa del lavoro”. E, nell’occasione, Confesercenti Firenze ha programmato un’iniziativa specifica su tutto il territorio della Città metropolitana. “L’obiettivo – spiegano dall’associazione di categoria – è quello di porre al centro dell’attenzione la drammatica situazione delle piccole imprese del commercio, servizi, turismo e somministrazione piegate da oltre 50 giorni di chiusura attività senza che, nel contempo, siano arrivati aiuti davvero concreti e tangibili al settore”.

“E’ chiaro – afferma Claudio Bianchi, presidente Confesercenti città metropolitana – che a questo punto sono a rischio chiusura migliaia di imprese del nostro territorio con ricadute che potrebbero essere drammatiche anche sotto il profilo occupazionale. E’ rimasto davvero poco tempo utile per provare a cambiare questo ineluttabile scenario. Noi consegneremo ai sindaci 10 proposte che stiamo portando avanti su più livelli politico-amministrativi”. “Lo dico in estrema sintesi: bisogna riaprire in sicurezza le attività (attraverso specifici protocolli di sicurezza) e, allo stesso tempo, accompagnare questo periodo di ripartenza con un sostegno importante e non limitato nel tempo, perché la crisi sarà molto lunga, soprattutto nelle aree a suo tempo interessate dai maggiori flussi turistici”.

Ecco comunque alcuni elementi operativi della manifestazione di domani:
– invio a 10.000 imprese del territorio e centri commerciali naturali newsletter con  cartellonistica/documento da esporre in vetrina a sostegno della campagna  #salviamoillavoro; alle 11 incontro con i sindaci e/o assessori allo sviluppo economico del Comune di Firenze e degli altri Comuni della Città metropolitana, dei gruppi dirigenti dell’associazione (naturalmente in conformità alle  attuali disposizioni su divieto assembramenti) con consegna del documento con le 10 proposte e “un vecchio (e naturalmente vuoto) registratore di cassa – conclude il comunicato – a esempio del tragico momento per le imprese del settore”.

Queste le dieci proposte di Confesercenti:

1) Riaprire subito (in sicurezza)
Ormai inaccettabile la discriminazione operata a danno dei settori commercio, servizi, somministrazione: hanno praticamente riaperto tutti ad eccezione di questi settori. Dopo 50 giorni, se non si interviene subito, questa situazione porterà inevitabilmente alla distruzione di un tessuto economico e commerciale di primaria importanza. Ecco perché occorre riaprire le attività con appositi protocolli di sicurezza ad hoc per titolari, dipendenti e clienti attività.

2) Una legge per città d’arte
Risorse e provvedimenti ad hoc per le principali città d’arte del Paese in considerazione del tracollo del turismo che presumibilmente non si riprenderà almeno per tutto il 2020. In queste realtà in cui, negli anni, si era sviluppato un modello economico tutto incentrato sui flussi turistici provenienti da tutto il mondo il Coronavirus minaccia la sopravvivenza di almeno il 50% di imprese esistenti sul territorio: ecco perché occorre intervenire con un piano di risorse ed investimenti che potrebbe anche avere un respiro europeo.

3) Contributo locazione (non rendita)
Il credito d’imposta al 60% messo in piedi nel decreto Salva Italia è una prima misura di sostegno ma, essendo stato introdotto in modo generalista e senza distinzione alcuna, finisce più per favorire la rendita immobiliare che l’impresa commerciale. Occorre pensare ad un provvedimento diverso, più strutturato, con una durata estesa a tutto il 2020. Una misura che introduca un vincolo tra l’erogazione del contributo e l’innescarsi di un processo virtuoso di calmierazione dell’affitto, magari includendo nel provvedimento anche un meccanismo di riduzione delle imposte sulla locazione.

4) Helicopter Money Pmi
Andando ben oltre i 600 euro previsti dal Decreto CuraItalia occorre mettere in campo una bella dose di liquidità per far ripartire le imprese (non tutte) che hanno subito (davvero) i maggiori danni dall’emergenza Coronavirus.
Occorre una misura corposa, tangibile, strutturata, estesa nel tempo: una specie di indennizzo a fondo perduto.

5) Contributi per Comuni ed enti locali
Anche i Comuni lamentano giustamente un calo delle entrate e la conseguente impossibilità di costruire bilanci virtuosi. Noi ribadiamo comunque la necessità di azzerare ogni tributo di carattere locale gravante sulle Pmi. Ecco perché non abbiamo niente in contrario in merito all’adozione di un possibile intervento di sostegno a favore degli enti locali, purché lo si faccia anche premiando quelle realtà che intervengono in tale direzione (per esempio anche sospendendo affitti commerciali di proprietà comunale).

6) Credito
E’ sotto gli occhi di tutti: il trasferimento di liquidità dallo stato alle aziende attraverso l’istituto bancario non sta funzionando. Urge un intervento che semplifichi rapidamente le procedure, perché senza le necessarie risorse le imprese non ripartiranno.

7) Web tax non più riviabile
Con il Coronavirus il commercio elettronico ha avuto una ulteriore impennata di ordini e fatturato, mentre le attività tradizionali sono state costrette alla chiusura. Ciò comporterà una ulteriore divaricazione nei rispettivi rapporti di forza e ci spinge ad accelerare sul fronte web tax e ridimensionamento di una assurda disparità di trattamento.

8) Stop bollette
In una fase economica come quella che stiamo attraversando, i grandi soggetti gestori delle utenze continuano a fare come niente fosse. Ecco perché si impone la necessità di un intervento normativo che “congeli”e poi riduca sostanzialmente le bollette a carico di famiglie e imprese.

9) Tavolo Mibact sul turismo
Accolta la nostra proposta sul tema, adesso occorre mettersi al lavoro. Prima possibile, please.

10) Impegno Miur sulla formazione
Anche la formazione e riqualificazione professionale (scontando un ritardo competitivo sulla comunicazione a distanza) ha pagato e sta pagando un prezzo altissimo di fronte all’emergenza sanitaria. Proprio per mettere in campo alcune soluzioni, anche innovative, siamo a chiedere il coinvolgimento del Miur nella definizione di un piano complessivo di rilancio.