Confesercenti Toscana: “Sabato 2 maggio 10.000 firme in Regione per riaprire in sicurezza”

FIRENZE – In queste ore “le dichiarazioni del ministro per gli affari regionali Boccia – si legge in una nota di Confesercenti Toscana – su ipotesi di riapertura differenziata per regioni, raccolgono una richiesta forte che abbiamo fatto anche in Toscana”. “Nei giorni scorsi abbiamo scritto alla Regione, ai prefetti e ai sindaci – spiega Nico Gronchi, […]

FIRENZE – In queste ore “le dichiarazioni del ministro per gli affari regionali Boccia – si legge in una nota di Confesercenti Toscana – su ipotesi di riapertura differenziata per regioni, raccolgono una richiesta forte che abbiamo fatto anche in Toscana”. “Nei giorni scorsi abbiamo scritto alla Regione, ai prefetti e ai sindaci – spiega Nico Gronchi, presidente Confesercenti Toscana – per richiedere con forza la possibilità di riapertura in pieno rispetto delle normative e dei protocolli di sicurezza e sabato 2 maggio consegneremo al presidente Rossi quasi 10.000 firme che abbiamo raccolto on line con la campagna. Quello che stiamo chiedendo è una anticipazione della riapertura al 4 maggio o nei giorni immediatamente successivi per tutte le categorie del commercio (come abbigliamento, accessori, calzature) che possono rispettare le attuali normative di sicurezza e protocolli comportamentali e procedurali per quelle tipologie di attività che per loro natura necessitano di adempimenti specifici quali ristorazione, mercati, fiere, parrucchieri ed estetiste”. “Ci sono, però, nubi nere all’orizzonte, perché tutte queste imprese dovranno confrontarsi con sanificazione, dpi, distanziamento, protocolli di sicurezza. Clienti ridotti al minimo, diffidenza, incertezze normative. Fornitori, utenze, tasse e debiti da pagare”. “Quello di voler tornare nelle nostre attività e di volerlo fare il prima possibile, in sicurezza – ha puntualizzato il presidente Confesercenti – è un grande atto di coraggio e per migliaia di negozi, pubblici esercizi, lavoratori autonomi e imprese del terziario tornare in attività sarà una finestra sull’agonia. Riaprire non basterà per vivere: davanti a loro avranno lunghi mesi di ricavi fortemente ridotti, col passare dei giorni, l’agonia delle imprese può diventare l’agonia del Paese, delle città, dei centri abitati che resteranno senza luci e senza lavoro”. Per tutte quelle che riapriranno subito e per quelle che dovranno attendere servono indennizzi a fondo perduto, credito, cassa integrazione più lunga, sospensione dei tributi locali e molto altro. “Sostenere le imprese è un dovere, significa sostenere la vita nelle nostre città. Per questo – ha concluso Gronchi – chiederemo al presidente Rossi, senza inutili forzature, di sostenere la richiesta di percorsi di riapertura in assoluta sicurezza che anticipino, in Toscana, una riapertura che significa per tutti un piccolo passo avanti nel ritorno alla normalità”.