Consiglio regionale approva allargamento ufficio di presidenza e istituzione sottosegretario. Elisa Tozzi (Gruppo Misto): “Scelta irrispettosa verso i cittadini”

FIRENZE – “Ciò che è andato in scena oggi in consiglio regionale è profondamente irrispettoso dei cittadini toscani. Di quelli che sono o erano dipendenti Fimer, Gkn, Laika, Ortofrutticola Marradi, San Ginese, Bekeart. Dei cittadini inoccupati, precari, sfruttati. Delle famiglie prostrate alle difficoltà legate ai rincari e al Covid che oggi recepiscono l’ennesimo messaggio negativo […]

FIRENZE – “Ciò che è andato in scena oggi in consiglio regionale è profondamente irrispettoso dei cittadini toscani. Di quelli che sono o erano dipendenti Fimer, Gkn, Laika, Ortofrutticola Marradi, San Ginese, Bekeart. Dei cittadini inoccupati, precari, sfruttati. Delle famiglie prostrate alle difficoltà legate ai rincari e al Covid che oggi recepiscono l’ennesimo messaggio negativo di una politica che non ha altro pensiero se non l’autoconservazione del proprio status. Cittadini costretti anche a subire la beffa di sentirsi dire che, con questa “riforma”, non ci sarà aumento dei costi e che le innovazioni apportate andranno a loro vantaggio, per rispondere ai maggiori compiti assegnati alla Regione dopo la riforma delle province e alle esigenze determinate dalla pandemia. Falso! Questa legge raddoppia il numero dei segretari, comportando nuove spese a carico della collettività per almeno 200.000 euro”. Così la consigliera regionale del Gruppo Misto, Elisa Tozzi, si è espressa in merito all’allargamento dell’ufficio di presidenza da due a quattro membri e alla creazione del sottosegretario alla presidenza, approvati nel corso della seduta odierna del Consiglio Regionale con i voti del Pd (ma senza la partecipazione al voto del presidente della prima commissione Bugliani), Forza Italia e Movimento 5 Stelle. “Hanno vinto gli “accordicchi” bipartisan e trasversali – conclude Tozzi – magari partoriti a qualche cena, dove tra un ponte, una strada e un aeroporto, si è cercato di accontentare gli appetiti di qualcuno. Poi però non lamentiamoci della crisi dei partiti e del rigetto verso le istituzioni”.