Continua la protesta degli studenti al Polo “vogliamo fatti non parole”

SESTO FIORENTINO – Più fatti e meno parole chiedono gli studenti del Polo scientifico che da una settimana hanno occupato l’aula degli studenti per chiedere adeguati spazi dove poter studiare, pranzare e andare in bagno, insomma spazi per gli studenti una volta concluse le lezioni in aula e in attesa delle altre lezioni. In questa […]

SESTO FIORENTINO – Più fatti e meno parole chiedono gli studenti del Polo scientifico che da una settimana hanno occupato l’aula degli studenti per chiedere adeguati spazi dove poter studiare, pranzare e andare in bagno, insomma spazi per gli studenti una volta concluse le lezioni in aula e in attesa delle altre lezioni. In questa settimana, però, lamentano gli studenti è mancato il rapporto con la direttrice generale dell’ateneo e con la rettrice. La mobilitazione continua.

“Dopo aver chiesto per mesi per vie istituzionali (tramite la nostra rappresentanza negli organi centrali, pressioni da parte dei direttori di dipartimento e presidente di scuola, segnalazioni da parte di singoli studenti) – spiegano in una nota gli studenti – la riapertura in modo consono e dignitoso degli spazi universitari ed essere rimasti inascoltati, abbiamo deciso di fare da noi, riaprendo un luogo rimasto chiuso per 18 mesi. Così facendo, in 48 ore abbiamo ottenuto più attenzione e risposte di quanto avuto ai tavoli con le istituzioni negli ultimi due anni. Finalmente siamo riusciti, insieme agli studenti del Polo, a riaprire l’auletta autogestita, cosa apparentemente impossibile senza un’azione più forte dei soliti dialoghi e colloqui”. Gli studenti in questi giorni, spiegano, hanno “trovato solidarietà persino da parte del dipartimento e dalla scuola, ma da parte dell’ateneo non abbiamo avuto alcun confronto diretto”.

Dopo una settimana di occupazione gli studenti hanno ottenuto “la promessa verbale di una sperimentazione sulle nuove regole per gli accessi al Polo Scientifico, – si legge nella nota – con prenotazione unica valida per tutta la giornata, in particolare: -per andare in bagno (anche senza qr code) -per trascorrere le ore libere e pranzare, per frequentare liberamente gli spazi comuni, per accedere alle aule per studiare negli orari in cui non c’è lezione, in aggiunta, la promessa di costruire una struttura ad hoc coperta nel cortile interno per poter pranzare, e successivamente dei gazebo nel pratone esterno. Ci hanno promesso tanto, ma con le parole non miglioriamo la nostra condizione: vogliamo dunque vedere i fatti e continueremo a monitorare la situazione”. Non c’è stato, per ora aclun incontro con i vertici dell’Ateneo fiorentino.

“non siamo riusciti ad ottenere un incontro diretto con la Direttrice Generale dell’ateneo Beatrice Sassi, e neppure con la figura della Rettrice Alessandra Petrucci. – spiegano gli studenti – Non abbiamo ottenuto nemmeno una formulazione scritta delle nuove disposizioni, che corrisponderebbe di fatto a prendersi la responsabilità di garantire il diritto agli studenti di andare in bagno, di mangiare e sostare al chiuso. Allo stato attuale, le responsabilità delle soluzioni non ufficiali che verranno attuate ricadranno sulle spalle di qualcuno che non sarebbe preposto a prendersele. Ci chiediamo a cosa serva stipendiare una manager 216.000 euro all’anno se neanche si prende la responsabilità di garantirci il diritto di andare in bagno in università. Oltre a non prendersi questo onere, intima alla Rettrice dell’Ateneo di non dialogare con gli studenti, come se fossimo dei terroristi. La Rettrice ha quindi delegato ulteriormente i Direttori di Dipartimento di Fisica e di Chimica ad interloquire con noi, in quanto figure già sensibili alle tematiche sollevate”.

Gli studenti, nella nota, denunciano anche che “la prima notte le Rettrice – si legge nella nota – ci ha comunicato, sempre per vie indirette, che avrebbe bloccato la didattica in presenza nell’intero plesso se fossimo rimasti a dormire, nonostante non fosse assolutamente necessaria una risposta del genere, anzi, sarebbe andata contro le nostre vertenze. La didattica in presenza, alla fine, non è stata bloccata. In ultimo, nella giornata di venerdì, ci hanno avvisati che prima di domenica ci avrebbero sgomberati dall’aula studenti. Le nostre prospettive a questo punto sono di continuare a presidiare il Polo con un’occupazione dell’aula studenti in orario di apertura. Vogliamo vedere realizzate nei prossimi giorni le promesse fatte, e vogliamo che queste siano estese al resto dell’ateneo nel più breve tempo possibile”.