Covid e beneficienza: le associazioni di Sesto hanno fatto squadra e un database comune. Ma i poveri sono più che raddoppiati

SESTO FIORENTINO – Ripartita in toto la parrocchia San Martino, con anche – ieri alle 18 – la Santa Messa dal vivo. Ma non il teatro: negli ampi spazi dell’oratorio e del salone, è attivo invece un centro di raccolta e distribuzione pacchi per le famiglie colpite dalla crisi e dalla disoccupazione. Pacchi alimentari, ma […]

SESTO FIORENTINO – Ripartita in toto la parrocchia San Martino, con anche – ieri alle 18 – la Santa Messa dal vivo. Ma non il teatro: negli ampi spazi dell’oratorio e del salone, è attivo invece un centro di raccolta e distribuzione pacchi per le famiglie colpite dalla crisi e dalla disoccupazione. Pacchi alimentari, ma non solo, perché chi non ha potere d’acquisto ha comunque bisogno di sapone, carta igienica, detersivo… Le persone attendono ordinatamente fuori, in fila, mascherina e borsa in mano, e vengono chiamati uno alla volta.
“E’ un lavoro di sinergia di tutte le associazioni di Sesto, che per la prima volta si sono messe a collaborare tutte insieme e lavorano momentaneamente in questi spazi per gestire l’emergenza – ci spiega Don Daniele Bani, il parroco – l’iniziativa nasce da una convenzione tra il Comune di sesto e la Caritas. Dei 300.000 euro arrivati al Comune per l’emergenza sociale, 260.000 sono gestiti direttamente dalla macchina comunale, i restanti 40.000 da noi associazioni. Fin’ora abbiamo speso circa un terzo”.
I pacchi sono distribuiti ogni 15 giorni, sono più o meno “ricchi” di beni perché tarati sulle singole famiglie; i pancali arrivano da Coop e Esselunga, con cui spesso le associazioni hanno stretto convenzioni. La novità, oltre alla collaborazione tra le associazioni che adesso le vede impegnate gomito a gomito con coordinamenti e spazi comuni, è la creazione di un database unico per tutte, in modo da identificare e creare dei veri e propri “profili” per le persone che vengono a chiedere. All’interno del teatro e alla distribuzione anche a domicilio lavorano insieme adesso i volontari del Centro d’Ascolto, le varie parrocchie di Sesto, l’Auser, la Misericordia, l’Associazione Carabinieri, la Croce Viola, la Protezione Civile, la Racchetta.
“Anche dopo l’emergenza, rimarrà comunque un database comune – sottolinea Don Daniele Bani – importante per smascherare eventuali furbetti che vanno a raccogliere da tutti ma anche e soprattutto per dare un volto, una scheda a queste persone che magari hanno necessità le più disparate o problemi vari di inserimento sociale e bisogno di ascolto e sostegno umano”.
Il database sarà inserito poi nel circuito della Caritas a livello provinciale, in modo che l’aiuto sia sempre meglio organizzato a livello territoriale. Le persone che si rivolgono adesso a questo centro “provvisorio” sono tutte residenti nel Comune di Sesto e si tratta di 508 nuclei familiari; prima del Covid le famiglie seguite erano 220. “Più che raddoppiati, e i numeri sono in crescita – afferma il parroco – e nei Comuni vicini sono ancora più sotto pressione, a Scandicci seguono quasi 800 nuclei familiari, a Firenze le associazioni sono in difficoltà”.
Numeri che parlano di una situazione molto difficile. Chiediamo al pievano se vuole fare un appello di raccolta fondi o indicare un codice Iban, ma per il momento risponde di no. “Per adesso direi di no. Abbiamo ancora buona parte dei 40.000 euro – dice- inoltre intorno a noi si è mossa spontaneamente tanta solidarietà: dai carrelli della “spesa sospesa”, a iniziative bellissime della Sesto Rugby o dei dipendenti Metro, a aziende dell’Osmannoro, fino al fruttivendolo di sopra e il macellaio di piazza Ghiberti che contribuiscono con materie prime…”
Niente richieste dunque. Anche senza, siamo sicuri che la grande generosità dei sestesi continuerà a non mancare…