Cristina, “Calenziana” doc con il volontariato nel Dna

CALENZANO – Dopo il grande successo delle prime settimane, con tantissime visualizzazioni sia sulla nostra home page che sulla pagina Facebook di Piananotizie, tornano, come ogni domenica, i “Calenziani”, personaggi che hanno suscitato la curiosità e l’attenzione dei nostri lettori. Oggi è la volta di Cristina Tugli, 64 anni, romana di nascita ma ormai fiorentina […]

CALENZANO – Dopo il grande successo delle prime settimane, con tantissime visualizzazioni sia sulla nostra home page che sulla pagina Facebook di Piananotizie, tornano, come ogni domenica, i “Calenziani”, personaggi che hanno suscitato la curiosità e l’attenzione dei nostri lettori. Oggi è la volta di Cristina Tugli, 64 anni, romana di nascita ma ormai fiorentina di adozione. Una “Calenziana” perfetta quindi. I “Calenziani”, infatti, sono i marziani di Calenzano. Persone che attraversano la città, la usano e ne vivono di volta in volta frammenti diversi (non meno residenti dei residenti). È a partire dal loro sguardo esterno, vagamente ignoto, tangenziale e dall’incontro con quello dei cittadini, che si genera un racconto corale, inedito e strettamente attuale del territorio. Quello che ne scaturirà sarà un album collettivo, con le storie (esperienze, racconti, e tanto altro ancora) delle persone e le immagini provenienti da quello che è oggi un vero e proprio diario personale: il telefono cellulare.

Villaggio vicino Niamey (Niger), dicembre 2010.

Sul furgone c’è scritto “Lutte contre les mutilations génitales féminines” e sopra “Coniprat”, che è un insieme di associazioni di donne che lottano contro le mutilazioni genitali e per l’emancipazione femminile. Per molti anni mi sono dedicata all’attività di volontariato con l’associazione Nosotras e con loro sono stata in Niger nel 2010. Mi sono molto divertita perché ho insegnato alle donne del posto a fare la pomarola. Quando coltivano il pomodoro, loro lo mangiano lì per lì o lo essiccano, non hanno altri mezzi di conservazione. Noi portammo giù addirittura il passapomodori elettrico e il tappabottiglie, però poi c’era il problema che loro non avevano i tappi a corona…

Mi chiamo Cristina Trugli e ho 64 anni. Sono nata a Roma, da piccola ci siamo trasferiti a Firenze perché mio padre aveva ottenuto lì un posto nella polizia ferroviaria. Oggi abito a Sesto Fiorentino, sono sposata con Antonio e ho due figli: Fiammetta, che vive a Lione e Matteo, che invece lavora qui. Adesso che sono in pensione mi dedico a molte attività che mi fanno stare bene come il corso di acquerelli, il volontario alla biblioteca Civica a Calenzano e quello allo sportello del Cup a Sesto tutti i martedì pomeriggio.

I “Calenziani” sono i protagonisti di un progetto pubblico ideato da Matteo Balduzzi e Stefano Laffi, promosso dal Teatro delle Donne e dal Comune di Calenzano, che ha come media partner Piananotizie e Sesto Tv.
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