Da Butimba: le storie e gli scherzi del bar di Tebe

SESTO FIORENTINO – Per più di sessant’anni in via Gramsci, nello slargo davanti al cinema dove oggi c’è un negozio di elettrodomestici, è stato attivo un bar, il Bar di Tebe, detto anche “da Butimba” dal soprannome di un gestore. Aperto nel 1904, chiuse solo nel 1968, e di gente, di storie e di ricordi […]

SESTO FIORENTINO – Per più di sessant’anni in via Gramsci, nello slargo davanti al cinema dove oggi c’è un negozio di elettrodomestici, è stato attivo un bar, il Bar di Tebe, detto anche “da Butimba” dal soprannome di un gestore. Aperto nel 1904, chiuse solo nel 1968, e di gente, di storie e di ricordi ne ha visti passare tanti. Anche perché con i tavolini fuori gli avventori tenevano d’occhio lo struscio del paese, e perché aveva quei frequentatori fissi che sempre rendono divertente l’aria dei bar. Tra questi avventori fissi c’erano molti membri della Biblioteca circolante di Sesto, attiva dal secolo scorso, tutti personaggi coltissimi. Ma nelle loro discussioni di letteratura c’era sempre chi voleva mettere bocca. Come tal Romolo Giachetti, noto in paese per essere un nullafacente campato dalla rendita del babbo. Una volta la sparò così grossa che uno dei letterati lo apostrofò: “Ma stai zitto te che un tu capisci nulla, tu sei grullo”. “Mah- gli rispose Giachetti- io tutte le mattine mi alzo alle 11, te alle 8 sei già a lavorare: che sarò io quello grullo?”. E non aveva tutti i torti. Fra i personaggi famosi del bar ce n’era uno buffo, anche perchè già era cicciotto di suo, ma soprattutto si strizzava la cintura alta in vita come usava in quegli anni e sembrava gli venisse ancora più pancia. Un giorno nel suo bighellonare si mise ad aspettare un amico vicino alla scuola elementare, trovandosi presto in compagnia di tante mamme che aspettavano l’uscita dopo la campanella. Una signora provò ad attaccar bottone: “Che aspetta anche lei un bambino?” “No, io sono grasso di mio”.

Nel 1961 Sesto Fiorentino si gemellò con Bagnolet, e una delegazione di bambini francesi venne a Sesto. Ed arrivò anche da Butimba. “De l’eau, messier, si vous plait. De l’eau, de l’eau, de l’eau” dicevano i piccini chiedendo solo dell’acqua. Peccato che il barista non parlasse francese. “Dicano oh oh oh oh, ma ooooooooooohhhhhhhh iccchè??????!!!!!!”

Dal bar passava anche un ciabattino, che un giorno si era messo in testa di aver elaborato un metodo per sapere in anticipo i terremoti. Bastava scavare un buco a cono rovesciato fin quasi al centro della terra e porvi sopra una semisfera concava: se dal buco si vedeva che la sfera si alzava, era in arrivo il terremoto. A parte essere preso in giro da tutti, compreso il venditore di roventini detto “Gigi dei Pallai” che gli chiedeva con insistenza se era vera la storia che sulla luna cresceva la pizzichina (“A me non risulta” – rispondeva serio il povero calzolaio”), al bar di Tebe decisero di fare le cose in grande. Gelli e Sardelli incominciarono a parlare di un tal professore austriaco, Von Struck, esperto scienziato, che si diceva avesse fatto una scoperta importantissima sui terremoti e avrebbe dovuto parlare in radio nei giorni successivi. La storia si sparse per il paese e il giorno della “conferenza radiofonica” il bar era pieno. Ovviamente la trasmissione era fatta in una stanzina lì dietro, ma l’inganno era ben riuscito, soprattutto per il povero ciabattino. Si accende la radio, si parla di un collegamento con New York e poi con Parigi, nel mezzo la musica, l’attesa si fa sempre più grande. Alla fine parla Von Struck, cioè uno del bar che parlava con finto accento tedesco, e spiega che “Una scoperta importantissima è stata fatta in Italia, in un piccolo paese. Vicino Firenze, a Sesto Fiorentino, si è scoperto nientemeno un miracolo per la scienza: come studiare e prevenire i terremoti. Ed è stato proprio uno di questo paese a scoprirlo!”. Neanche finita la frase, il calzolaio grida “Sono IOOOOOO!!!!!!”, in preda alla sorpresa ma anche a una gioia folle. E tutti giù a congratularsi e dargli pacche sulle spalle; più manate che pacche ma tant’è.

Poi qualcuno provò a smontare lo scherzo e a farlo ragionare, spiegandogli che era una burla e non era vero niente. Ma il ciabattino era ormai al settimo cielo e non ci ha più creduto.

Le storie del bar di Tebe sono state raccontate dallo scrittore Gianni Batistoni nel corso della serata “Sesto Com’era” del Centro Civico2 del 16 marzo 2018. Tutte tranne la storia dell’acqua dei bimbi di Bagnolet che è stata raccontata dall’architetto Sergio Cerreti nella stessa serata.

Francesca Gambacciani

In foto una cartolina del Bar Tebe (collezione privata D.C.)