Da Cervia a Marina di Bibbona in sella a una “Graziella”: tre amici e un’impresa da raccontare. C’è anche un signese

SIGNA – Da “Tre uomini e una gamba” a tre uomini… in Graziella. Proprio così: la bicicletta che fa tornare con la memoria ai mitici anni Sessanta e a passeggiate sul lungomare più che a imprese come quella che stiamo per raccontarvi, è stata il mezzo con cui tre temerari (Gianni Pantiferi di Impruneta, il […]

SIGNA – Da “Tre uomini e una gamba” a tre uomini… in Graziella. Proprio così: la bicicletta che fa tornare con la memoria ai mitici anni Sessanta e a passeggiate sul lungomare più che a imprese come quella che stiamo per raccontarvi, è stata il mezzo con cui tre temerari (Gianni Pantiferi di Impruneta, il signese Simone Neri e Giovanni Donati, di Peccioli) sono partiti da Cervia per arrivare a Marina di Bibbona. Pedalata dopo pedalata. Un’impresa di altri tempi, portata a termine più o meno in 28 ore e senza mai dormire. Per oltre 300 chilometri da mare a mare. Dalla riviera romagnola alla costa della Toscana. Sono partiti, infatti, da Cervia, venerdì sera e sono arrivati, 27 ore e 59 minuti dopo, sulla sabbia di Marina di Bibbona: dall’Adriatico al Tirreno no-stop.

“Avevamo preventivato di impiegarci 30 ore, ne sono state necessarie un paio in meno. La nostra era e resta un’impresa goliardica, non certo pianificata al millesimo, dal punto di vista sportivo”. Vero è che comunque si tratta di persone allenate: c’è chi va regolarmente in bicicletta, chi corre anche le maratone, ma l’idea che si sono messi in testa non era certo facile da realizzare. Sulla riva del Tirreno i tre amici sono da tempo vicini di piazzola ed è stato proprio lì che è nato il progetto di dare vita al “team Graziella”.

“Come è andata? Come ci spettavamo, è stato devastante e… da non rifare. Del resto adesso, come quando tagli il traguardo di una maratona, è il momento in cui si dice che non lo farò mai più in vita mia. Le biciclette ce le siamo fatte da noi, le abbiamo prese dal disfacimento e modificate mettendo un po’ di rapporti”. Fra le foto inviate durante il tragitto, una ritraeva uno dei mezzi tenuto insieme con il nastro adesivo: “Si era rotto il telaio, – raccontano – in pratica si era scollato, dissaldato, mentre eravamo nei pressi del Passo della Colla”.

“Fino a Borgo San Lorenzo abbiamo avuto soprattutto inconvenienti meccanici. Dopo, solo e soprattutto stanchezza: non si arrivava mai”. Ma anche dal punto di vista dell’alimentazione è stata… una goliardata: “Dove abbiamo mangiato? Al ristorante, avevamo con noi una barretta che abbiamo mangiato nella notte. Poi, via di colazioni, pranzo, pizza a cena . L’ultima l’abbiamo fatta a Calcinaia”. E ancora: “Le ultime 4-5 ore non sono state facili. Se la fai a tappe, magari di 100 chilometri, vai tranquillo, puoi fare anche l’Italia da nord a sud; ma farne 300 no stop, senza dormire mai, è davvero complicato. Anche perché fino a venerdì mattina avevamo lavorato. Siamo partiti il venerdì, da Firenze, con il treno delle 17.40 caricando le bici; a Cervia abbiamo cenato, ci siamo cambiati mentre pioveva a dirotto, in spiaggia, e siamo partiti verso le 23”. E dopo ventotto ore l’arrivo sulla spiaggia prima del meritato riposo.

(Si ringrazia per la collaborazione www.ilgazzettinodelchianti.it)