Da Pirandello al “Grillo Canterino”: la Compagnia delle Seggiole a tutto Swing a Lastra a Signa

LASTRA A SIGNA – Dopo il grande successo con “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello, andato in scena con tre serate da sold out grazie anche alla preziosa collaborazione dell’Associazione ferrovieri Galileo Nesti di Signa e il Museo di oggettistica ferroviaria che ha sede presso la stazione di Signa, la Compagnia delle Seggiole […]

LASTRA A SIGNA – Dopo il grande successo con “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello, andato in scena con tre serate da sold out grazie anche alla preziosa collaborazione dell’Associazione ferrovieri Galileo Nesti di Signa e il Museo di oggettistica ferroviaria che ha sede presso la stazione di Signa, la Compagnia delle Seggiole arriva a Lastra a Signa sempre nell’ambito della seconda edizione de “Le Signe Art Festival”. L’appuntamento è per questa sera, venerdì 23 luglio, alle 21.15 in piazza Garibaldi con lo spettacolo, anzi con la quarta edizione di “Grillo Swing”. In altre parole un omaggio al “Grillo Canterino” della Compagnia delle Seggiole accompagnato da musiche e canzoni di Odoardo Spadaro a cura di Sabrina Tinalli, selezione musicale di Vanni Cassori, costumi di Giancarlo Mancini, allestimento di Daniele Nocciolini, organizzazione di Roberto Benvenuti. Con la partecipazione di Fabio Baronti, Luca Cartocci, Anna Collazzo, Rossella Gardenti, Luca Marras e Sabrina Tinalli e con la partecipazione straordinaria di Luigi Ragucci e Raoul Renzini.

Il “Grillo Canterino”, infatti, è la trasmissione radiofonica che più di ogni altra, rappresenta lo spirito fiorentino e che suscita ancora oggi, negli ascoltatori, un tuffo nel passato alla riscoperta di una comicità irriverente e diretta, ma elegante e intelligente come solo la nostra tradizione può consentire. Odoardo Spadaro rappresenta Firenze nel raffinato ambiente degli chansonnier del novecento. Artista che raramente viene ricordato, ma che ha portato Firenze nel mondo. Cantò le sue canzoni per portare la nostra città sui grandi palcoscenici internazionali e incarnò quella vena ironica, bonariamente beffarda, di un fiorentino sempre sorridente. Siamo negli anni ’50, in una Firenze che, come il resto d’Italia, ha iniziato il faticoso e lungo percorso del dopo guerra. In questo scenario si colloca anche la storia di Radio Firenze, una voce che aveva accompagnato il ritorno alla normalità dei fiorentini fin dal settembre del 1944, per merito di alcuni tecnici e giornalisti di eccezione che, a rischio della vita, avevano registrato e diffuso voci e rumori della battaglia nelle strade. Nel 1950 vengono inaugurati i nuovi impianti della sede fiorentina di piazza Santa Maria Maggiore, in pieno centro. Inizia la produzione di programmi culturali e d’intrattenimento che proseguiranno con successo nel tempo. Nel 1953, sulla scia di un generale fervore di idee ed iniziative, la sede Rai di Firenze elabora programmi di grande spessore culturale, programmi voluti e gestiti da un grande dirigente di quei tempi, Omero Cambi. Ed è proprio Omero Cambi, responsabile dei programmi, che, per riempire il vuoto domenicale del Gazzettino, ipotizza un programma che insieme alla cultura riesca a far sorridere la gente, ancora alle prese con tutti i problemi di un lungo dopoguerra e di una faticosissima ricostruzione. Rievocando il Grillo saggio di Pinocchio e il grillo fiorentino della nostra festa, che faceva “liberamente sentire la sua voce”, ecco che nasce “Il Grillo Canterino”. Dopo circa un anno di rodaggio, il programma cambia completamente aspetto, passando dal giornalistico semiserio al vero e proprio spettacolo leggero, con la nascita di personaggi che ne determinano un successo popolare da fare invidia alle più seguite trasmissioni radiofoniche dei nostri giorni. Risentiremo figure ormai entrate nell’immaginario collettivo, voci di un tempo, anche recente: “La sora Alvara”, “Gano I’duro di San Frediano”, “Porvere”, “L’Iris e l’Amneris” e tanti altri. Sarà come riascoltare il nastro e rivedere il film della nostra vita. Con nostalgia e leggerezza.