Da Vinci European Biobank, una cassaforte della vita al Campus del Polo scientifico

SESTO FIORENTINO – La da Vinci European Biobank (daVEB) è un po’ come “la cassaforte della vita allo stato molecolare, un patrimonio per la ricerca e oggi, in occasione della settimana europea delle biotecnologie (Biotech European Week), ha aperto le sue porte al pubblico. La da Vinci European Biobank si trova nel Campus del Polo scientifico ed […]

SESTO FIORENTINO – La da Vinci European Biobank (daVEB) è un po’ come “la cassaforte della vita allo stato molecolare, un patrimonio per la ricerca e oggi, in occasione della settimana europea delle biotecnologie (Biotech European Week), ha aperto le sue porte al pubblico.

La da Vinci European Biobank si trova nel Campus del Polo scientifico ed è di proprietà dell’Università di Firenze. E’ “una cassaforte della vita molecolare” perché conserva i campioni biologici: oltre 12mila, necessari per la ricerca in campo medico, genetico e farmacologico. La daVinci European Biobank è di proprietà dell’Università di Firenze dal 2017, a seguito della donazione da parte della Fondazione Fiorgen che l’ha istituita nel 2009.

“Una biobanca è una struttura che, nel pieno rispetto dei diritti dei soggetti coinvolti e secondo comprovati standard di qualità, raccoglie e conserva materiali biologici e le informazioni collegate – ha detto Paola Turano del Dipartimento di Chimica, responsabile scientifico di daVEB-. I campioni e i dati servono per applicazioni in campo clinico-diagnostico, ad esempio per identificare biomarcatori di patologie o per studiare la risposta individuale al trattamento con farmaci. Le applicazioni più importanti sono nella genomica, trascrittomica, proteomica e metabolomica”.

L’open day della biobanca, a cui è intervenuto stamani il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei, ha anche lo scopo di sensibilizzare i visitatori alla possibilità di collaborare allo sviluppo della ricerca mettendo a disposizione i propri campioni biologici.

“Come cittadini attraverso le biobanche possiamo ritrovarci ad essere non solo destinatari ma anche attori dello sviluppo scientifico – ha spiegato ancora Turano -. Ovviamente nel rispetto assoluto della privacy e della libertà individuale, nonché attraverso una adesione consapevole e volontaria del singolo a questo tipo di progetti”. All’open day hanno partecipato 200 studenti universitari e alcune classi delle scuole medie secondarie superiori dell’area metropolitana.