Dalla mucca Carolina al mangiadischi: è “Profumo di boom”. Sabato 25 la presentazione a Villa Montalvo

CAMPI BISENZIO – Quando ci siamo incontrati per parlare della sua ultima “creatura”, anzi delle ultime creature, rigorosamente nel centro di Campi, mi ha “ammonito” bonariamente così: “E’ un libro che si legge al massimo in un’ora e mezzo, non si può dire “lo sto leggendo” se ti chiedo cosa ne pensi…”. E in effetti […]

CAMPI BISENZIO – Quando ci siamo incontrati per parlare della sua ultima “creatura”, anzi delle ultime creature, rigorosamente nel centro di Campi, mi ha “ammonito” bonariamente così: “E’ un libro che si legge al massimo in un’ora e mezzo, non si può dire “lo sto leggendo” se ti chiedo cosa ne pensi…”. E in effetti è proprio così: “Profumo di boom”, appunto l’ultima creatura di Bruno Santini, se si parla di libri, ovvero tralasciando per un attimo televisione e cinema, si divora in poco più di un’ora. Emozionante da leggere, perché quelle che trasmette, soprattutto per chi, gli anni di cui parla nel libro, “i Sessanta”, li ha vissuti o lo hanno sempre affascinato, sono emozioni pure. Pillole, flashback, un salto indietro nel tempo che non vuole essere nostalgico, anzi. Ma si pone come obiettivo quello di far capire alle generazioni più giovani cosa è stato realmente quel periodo. Ma anche per chi scrive, che quel decennio lo ha studiato sui libri di scuola o lo ha seguito successivamente per “passione” personale, il bianco e nero – non quello calcistico, ma questa è un’altra storia – che emerge dalle pagine del libro ha mantenuto intatto tutto il suo fascino.

E “Profumo di boom”, scritto insieme ad Alessandro Bini per le edizioni Sarnus, sarà presentato domani, sabato 25 giugno, alle 18,30 presso la Limonaia di Villa Montalvo grazie alla sezione soci Campi Bisenzio di Unicoop Firenze, alla presenza, oltre che degli autori, del presidente della sezione Franca Frati e del sindaco di Campi, Emiliano Fossi. E l’accompagnamento musicale, ovviamente anni ’60, a cura di Paolo Cerri (ingresso libero). Un’occasione da non perdere, quindi, per rivivere la mucca Carolina, i “remigini”, il mangiadischi, il “Corriere dei piccoli”, tutto ciò, insomma, che ha contribuito alla crescita – e alla formazione – di una o più generazioni ma soprattutto di chi in quegli anni ci ha visto qualcosa di magico. Ma, lo ripetiamo, niente operazione nostalgia, piuttosto il tentativo di individuare i simboli maggiormente popolari degli anni ’60 provando a individuare un loro correlativo ai giorni nostri per meglio comprendere quella che è stata la loro evoluzione naturale. Se un’evoluzione c’è stata.

Dismessi gli abiti del notaio indossati nell’ultimo film di Leonardo Pieraccioni (“Il sesso degli angeli”), Bruno Santini “parla di quello che gli piace: gli anni Sessanta – racconta – sono stati anni di musica, cinema, anni di genio, spinti anche dalla necessità di dover riscostruire il paese dopo il periodo drammatico che gli italiani si stavamo lasciando alle spalle. Ecco, il “profumo di boom” è proprio quella speranza che non ho mai più ritrovato. Ma, lo ridico ancora, non vuole essere un libro sulla nostalgia ma che racconta qualcosa di bello e che ho avuto la fortuna di vivere”. Anni di genio ma anche di fantasia e immaginazione: basti pensare al secondo tempo delle partite del campionato di serie A che trasmetteva “Tutto il calcio minuto per minuto” alla radio, il resto era appunto immaginazione. O alle canzoni che la gente fischiettava per strada: “Oggi senti più nessuno fischiare allegramente una canzone per strada?”. No, è sicuramente più facile che due persone “si scontrino” smanettando sul proprio telefono.

Ma Bruno Santini non si ferma qui: ci sono due fiction, rispettivamente per Rai e Mediaset, in lavorazione; c’è un interessante salto indietro nel tempo in corso d’opera con Rai Storia e Alessandro Barbero che presto vedremo sul piccolo schermo; c’è l’opera prima, “Doppio passo”, di Lorenzo Borghini, un lungometraggio che racconta la parabola discendente di un calciatore nel quale interpreta il direttore sportivo della sua squadra. E ancora: la commedia tratta da una storia vera accaduta a un venditore di auto che si intitola “Che bella storia la vita” e “Welcome to the torture museum”, genere ovviamente horror, che ha visto alcune scene girate anche a Campi. Ma ora è il momento del libro. E allora che “Profumo di boom” sia.