CAMPI BISENZIO – Ci sono date che rappresentano uno spartiacque tra quello che c’era prima e quello che c’è ora. Il 1 agosto del 2015 ha avuto questo significato, per me soprattutto. Quel giorno, un sabato che segnava l’inizio delle vacanze estive, il cuore di Daniele Calieri ha smesso di battere. Ho pensato a lungo se scrivere o no, se ricordare o no, ancora una volta su Piananotizie (la testata che Daniele aveva contribuito a fondare, spingendo una sua idea che qualcuno allora aveva giudicato folle, perché nel 2012 pensare ad un giornale online solo sulla provincia sembrava ridicolo). Sì, ci ho pensato molto, ho riflettuto se parlare o no di Daniele. Ho deciso di farlo, non per parlare dell’uomo che ho avuto la fortuna di incontrare e sposare, ma per parlare del giornalista, del professionista serio e competente quale era, in un momento in cui questo lavoro sta cambiando e non sempre migliorando. Trovo spesso politici, gente comune, amici e conoscenti e in alcuni casi anche colleghi, cui Daniele manca per la sua lucidità nel raccontare una storia di cronaca, oppure scrivere di politica locale. Acuto osservatore, ha sempre amato molto questa professione. “Ci manca la sua capacità di capire gli andamenti della politica” mi hanno detto alcuni amministratori locali. E’ vero, manca la sua sorprendente e lucida analisi politica, il suo modo di scrivere semplice e diretto, mai ridondante e inutile. E’ una delle cose che diceva spesso “perché scrivere un articolo in mille parole se ne puoi usare 500”, una sinergia completa con il mondo online, per lui che veniva dalla radio, passando per la televisione e approdando nei quotidiani. Ci ha lasciato alcuni articoli (che poi sono piccole storie) su Sesto com’era e Campi di una volta, ricordi e viaggi in un mondo passato che amava scrivere e che possono ancora essere trovati cercando in Piananotizie. E’ anche questo un modo per ricordare Daniele Calieri.
Daniele Calieri, il giornalista appassionato narratore di storie locali
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