Davide “manca” da un anno eppure è sempre una roccia a cui aggrapparsi

CAMPI BISENZIO – “Il cuore è l’ultimo ad andarsene, anche quando viene sottratto all’organismo”. 4 marzo 2018: una data impossibile da dimenticare per chi tifa Fiorentina. Una data che ha segnato per sempre questa squadra e che purtroppo ha strappato alla vita Davide Astori. E, dopo dodici mesi, è impossibile trovare una spiegazione “logica” per […]

CAMPI BISENZIO – “Il cuore è l’ultimo ad andarsene, anche quando viene sottratto all’organismo”. 4 marzo 2018: una data impossibile da dimenticare per chi tifa Fiorentina. Una data che ha segnato per sempre questa squadra e che purtroppo ha strappato alla vita Davide Astori. E, dopo dodici mesi, è impossibile trovare una spiegazione “logica” per quanto accaduto. Resta solo da immergersi nella sensibilità e nel sorriso lasciati dal capitano viola, il modo migliore per ricordarlo. Davide, nel fine settimana che ci siamo appena lasciati alle spalle, è stato ricordato in tanti modi, sui campi di calcio ma anche in una due giorni che ha permesso a tanti di rivivere il calcio puro, quello dei bambini, quello giocato in punta di dito su un panno verde. Un fine settimana che ha unito giovani e meno giovani. E se il Subbuteo, è di quello che stiamo parlando, ha permesso di riscoprire i valori di una sana amicizia, del “giocare insieme”, e nel calcio di oggi si pensa troppo agli schemi e poco o niente all’essenza del calcio, a quello giocato per strada, abbiamo sintetizzato in poche parole quello che era, che è Astori umanamente e calcisticamente. Subbuteo e gioco del calcio, infatti, si sono intrecciati tanto fra sabato e domenica, due giornate intrise di malinconia ma sempre con il sorriso sulle labbra. Due giornate in cui si è giocata la seconda edizione del trofeo “Capitano per sempre”, organizzato dal Subbuteo Club North Florence di Calenzano (nella foto), in collaborazione con il Museo Fiorentina, nell’ambito del “Gran prix regionale Toscana – Umbria”. Manifestazione che si è svolta presso la Biblioteca Ragionieri di Sesto e che sabato mattina ha visto intervenire, fra gli altri, Massimo Cervelli (Commissione storia Museo Fiorentina) e Alessandro Zampieri (addetto stampa Subbuteo Club North Florence). Due mondi che hanno fatto parte della “storia” del numero 13 della Fiorentina. Genuinità e semplicità: anche noi Davide vogliamo ricordarlo così. Simbolo di una squadra che non perde occasione per dire chi era, simbolo di una tifoseria e di uno stadio intero, simbolo di calcio che purtroppo non c’è più. Ma anche roccia a cui aggrapparsi, come hanno scritto in una toccante lettera i suoi genitori. Una roccia destinata a “resistere” per sempre.