SIGNA – “Dalle disinvolte esternazioni di Enrico Rossi, apparse sulla stampa in questi giorni, apprendiamo, con un certo stupore, che sarebbe stato il sindaco di Signa, Giampiero Fossi, a offrirgli un assessorato e che addirittura non sarebbe il solo ma ce ne sarebbero altri”. Non usa mezze parole il capo gruppo della Lega in consiglio comunale a Signa, Vincenzo De Franco, nel commentare le voci di un possibile arrivo in giunta dell’attuale presidente della Regione Toscana.
“Tuttavia, in base a quello che dice Rossi, – aggiunge De Franco – qualunque sia il Comune destinatario, avrà da parte sua “il massimo impegno”. La verità è che Rossi, per mantenere la carica di vice-presidente del comitato delle Regioni, ha necessità, una volta cessata la funzione di presidente della Regione Toscana, di rivestire un ruolo elettivo istituzionale per potersi mantenere la poltrona nel citato comitato europeo. Un’operazione di segreteria del Pd che, se portata a compimento, ridurrebbe le istituzioni democraticamente elette dai signesi, a mero feudo di partito. Ora, ed è una domanda che facciamo allo stesso Rossi, al di là delle sue personali considerazioni, quale potrebbe essere il suo “massimo impegno” da Bruxelles in favore di Signa e dei signesi e quante volte siederà in giunta una volta che Le sarà consentito (per dirlo con le sue stesse parole) “di mantenere quel posto”? I signesi hanno già avuto ampia dimostrazione, in venti anni di ruolo istituzionale da lei ricoperto in Regione, delle sue performance nell’interesse della loro città: un ponte fantasma sull’Arno, del costo di 30 milioni di euro, svaniti nel nulla; una viabilità disastrosa e una circonvallazione la cui realizzazione è in ritardo di più di un decennio; una cassa di espansione mai realizzata”.
“In compenso lei, da presidente della Regione, si è ricordato di Signa quando dovevano essere individuate le zone di compensazione (ben 89 ettari nel Piano Manetti) del tombamento del lago di Peretola per la realizzazione del Masterplan dell’aeroporto; quando doveva spalmare sui cittadini signesi, e degli altri dei 68 Comuni aderenti ad Ato Tosca Centro, il suo personale fallimento nella realizzazione dell’impianto Selvapiana, costato 3,4 milioni di euro. Dovrebbe prendere atto della sua politica fallimentare e ritirarsi a vita privata poiché il contatto, da lei evocato, con i cittadini non lo si costruisce dopo vent’anni di distanza dalle loro esigenze”.