De Franco (Signa Libera-FdI): “L’aumento Tari? Il risultato di errori che perdurano nel tempo, a tutti i livelli”

SIGNA – “Quello che tutti i cittadini di Signa e della Piana stanno subendo in questo periodo riguardo all’aumento della tariffa sui rifiuti, oltre a essere l’ennesima beffa ai loro danni, è il risultato di macroscopici errori che perdurano da tempo nell’organizzazione del servizio a tutti i livelli”. A dirlo è Vincenzo De Franco, consigliere […]

SIGNA – “Quello che tutti i cittadini di Signa e della Piana stanno subendo in questo periodo riguardo all’aumento della tariffa sui rifiuti, oltre a essere l’ennesima beffa ai loro danni, è il risultato di macroscopici errori che perdurano da tempo nell’organizzazione del servizio a tutti i livelli”. A dirlo è Vincenzo De Franco, consigliere comunale di Signa Libera-Fratelli d’Italia, che entra nel merito di una questione che, soprattutto nelle ultime settimane, sta facendo discutere in tutta la Piana. “Quella dell’economia circolare – aggiunge De Franco – è una favola raccontata fino allo sfinimento che nel tempo ha manifestato tutti i suoi limiti applicativi. Dopo innumerevoli errori nella pianificazione e nello sviluppo dei vari impianti di smaltimento, come per esempio con l’impianto di Selvapiana per il quale i cittadini dei 68 Comuni Ato hanno dovuto pagare oltre 3 milioni di euro spesi per un progetto mai realizzato, c’è stata una successiva organizzazione del servizio a dir poco discutibile”.

“A Signa, infatti, come in altri Comuni, – aggiunge De Franco – si è optato per una raccolta porta a porta per il multimateriale e per la carta. Una metodologia di raccolta che, come facilmente prevedibile, va ad aumentare sensibilmente il costo dello smaltimento, necessitando di più personale, di più tempo e di più mezzi. Costi che non solo rendono quasi fuori mercato il materiale che i cittadini differenziano con attenzione dopo averlo tenuto in casa per giorni, ma che per assurdo generano posti di lavoro che possono manifestare finanche la mancanza di un adeguato trattamento economico per gli addetti. Il servizio di raccolta porta a porta viene infatti subappaltato a cooperative, i cui dipendenti non posseggono stessi diritti e stessa retribuzione dei loro colleghi Alia. Nonostante ciò, Alia ritiene necessaria una nuova revisione dell’equilibrio economico finanziario 2020”.
  
“Grazie al quadro descritto, che persiste ormai da tempo anche in un periodo come questo legato al Covid e dove le attività produttive hanno subìto forti rallentamenti, la tariffa continua incredibilmente a salire. Mentre qualcuno decide di tornare a utilizzare qualche cassonetto in più per limitare i costi della raccolta porta a porta, il Comune di Signa ha preferito coprire l’aumento della tariffa verso le attività produttive investendo 400.000 euro di soldi pubblici (fondi nazionali e comunali) che potevano invece essere destinati ad altre necessità. Per non considerare che l’anno prossimo le attività produttive signesi si vedranno applicare gli aumenti di quest’anno oltre a quelli già preventivati”.

“Altri e più attenti amministratori, invece, come per esempio il sindaco di Carmignano, – conclude De Franco – hanno deciso di votare contro al piano di aumento della tariffa da parte di Alia e addirittura di deliberare in consiglio comunale una riduzione del 5% che sostanzialmente permette di mantenere invariata la tariffa. Ancora una volta Signa si dimostra lontana dalla realtà dei cittadini e succube di certe logiche politiche imposte dall’alto, tanto che mentre i signesi si impegnano a differenziare materiale che in molti casi finisce soltanto per essere bruciato anziché essere portato a nuova vita, si vedono pure aumentare la tariffa a fronte di un servizio spesso discutibile che ha tolto parte del decoro del paese. Servizio oltretutto effettuato da una partecipata che, proprio di recente, è finita sulla ribalta delle cronache non già per l’efficienza del servizio prestato ma a causa delle indagini che vedrebbe coinvolti i vertici per la fornitura di compost ad agriturismi e aziende agricole con percentuali di metalli e plastica superiori ai limiti di legge. Il tutto, come se non bastasse, con l’aggiunta del fatto che uno dei maggiori responsabili del fallimento sul piano regionale dell’ultimo decennio in materia di rifiuti, siede oggi come assessore allo sviluppo economico proprio nel Comune di Signa”.