Denis Verdini, la Cassazione conferma la condanna per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino

FIRENZE – L’ex senatore Denis Verdini è stato condannato a sei anni di reclusione dalla Cassazione nell’ambito del processo per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino. Estinta per prescrizione la parte della condanna pari a quattro mesi per la truffa sui fondi dell’editoria. Verdini in appello era stato condannato a 6 anni e dieci mesi. […]

FIRENZE – L’ex senatore Denis Verdini è stato condannato a sei anni di reclusione dalla Cassazione nell’ambito del processo per il crac del Credito Cooperativo Fiorentino. Estinta per prescrizione la parte della condanna pari a quattro mesi per la truffa sui fondi dell’editoria. Verdini in appello era stato condannato a 6 anni e dieci mesi. Secondo le accuse Verdini avrebbe provocato il dissesto dell’istituto di credito attraverso numerose operazioni “anomale”, realizzate con una gestione “ambiziosa quanto imprudente” e in particolare con una pioggia di finanziamenti nel settore edile (oltre il 52% del credito), soprattutto nei confronti di società del gruppo Btp degli imprenditori Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei (anche loro condannati in appello). A dare il via all’indagine la relazione dei commissari di Bankitalia che avevano denunciato gravissime criticità: il Credito Cooperativo Fiorentino fu commissariato nel 2010, poi dichiarato insolvente e assorbito da Chianti Banca. Sempre per il dissesto dell’ex CCf in appello erano stati condannati a 3 anni e 4 mesi Monica Manescalchi e Leonardo Rossi, mentre l’ex dg della banca Pietro Italo Biagini e numerosi membri del Cda e revisori dei conti avevano patteggiato la pena. L’inchiesta è stata portata avanti dal Ros dei Carabinieri coordinata dal procuratore Giuseppe Quattrocchi e dai pm Luca Turco, Giuseppina Mione e Giulio Monferini.

Verdini era stato condannato a sei anni e dieci mesi di reclusione dalla Corte di Appello di Firenze il 3 luglio 2018: in primo grado gli erano stati inflitti nove anni, poi ridotti per alcune prescrizioni legate ai reati di truffa sui fondi pubblici dell’editoria. Ieri il Pg della Suprema Corte Pasquale Fimiani aveva chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza di secondo grado in quanto aveva ritenuto accertati alcuni fatti di bancarotta mentre su “numerosi altri episodi” riteneva necessario un ulteriore approfondimento. Gli avvocati di Verdini si sono detti “profondamente delusi dalla sentenza”.