Disabili costretti a scendere dal treno perché i loro posti erano occupati: la rabbia del presidente di Trisomia 21

FIRENZE – Una vicenda che – mi sia consentito – ha del “vomitevole” e sulla quale è intervenuto anche il presidente di Trisomia 21, il signese Cristiano Bencini. Una vicenda che testimonia, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto sia caduta in basso la cosiddetta società civile senza che si possa intravedere qualche appiglio per […]

FIRENZE – Una vicenda che – mi sia consentito – ha del “vomitevole” e sulla quale è intervenuto anche il presidente di Trisomia 21, il signese Cristiano Bencini. Una vicenda che testimonia, se ce ne fosse ancora bisogno, quanto sia caduta in basso la cosiddetta società civile senza che si possa intravedere qualche appiglio per una sua seppur lenta risalita. E’ cronaca di ieri, infatti, la notizia del gruppo di disabili e dei loro accompagnatori costretti a non poter utilizzare la vettura del treno, nonostante regolarmente prenotata in anticipo, alla stazione di Genova Piazza Principe: qui, infatti, hanno trovato i propri posti (lo ripetiamo, prenotati in anticipo) occupati da un gruppo di turisti che non ne hanno voluto sapere di alzarsi e in pratica li hanno obbligati a scendere e andare a Milano in pullman. Pullman messo a disposizione da Trenitalia e che ha accompagnato a casa le 27 persone disabili e i 3 accompagnatori. Il treno, fra l’altro, era arrivato in stazione in ritardo per un precedente atto vandalico, che aveva costretto a cambiare tipo di convoglio a Savona e che ha visto salire numerosi viaggiatori occupando tutti i posti, compresi quelli tenuti e rimasti fino a Genova liberi per la comitiva. “A quel punto – questa le versione di Trenitalia – il personale di assistenza alla clientela è salito a bordo per invitare le persone a liberare quei posti. Dopo circa venti minuti, nell’impossibilità di persuadere i clienti e permettere alla comitiva di viaggiare seduta e in maniera confortevole, come era previsto, abbiamo individuato una soluzione alternativa, utilizzando un pullman”. Insomma, una vicenda che fa acqua da tutte le parti, probabilmente gli Spritz i turisti – tutti italiani – li avevano consumati da tempo…

A essere protagonisti, loro malgrado, della vicenda un gruppo di “Turisti Per Kaos”, progetto dell’associazione “Haccade”, che aveva svolto un soggiorno per le vacanze di Pasqua, a Genova. Vicenda sulla quale, come già detto in precedenza, si è espresso il presidente di Trisomia 21, Cristiano Bencini: “Da cittadino, fortunatamente provvisto di senso civico, ritengo estremamente grave ciò che è accaduto ieri sul treno regionale Genova-Milano a un gruppo di 27 giovani con sindrome di Down e ai loro accompagnatori. I ragazzi sono stati costretti a scendere dal treno, sul quale avevano prenotato dei posti a sedere, e a tornare a Milano in pullman, perché chi occupava i loro posti, senza autorizzazione, non ha voluto spostarsi e perché chi doveva difendere il loro diritto a usufruire del servizio, regolarmente prenotato e pagato, non ha saputo o voluto fare il proprio dovere. Come cittadino, oltre che come presidente dell’associazione Trisomia 21 di Firenze, ritengo di dover prendere una posizione netta: al di là della disabilità, è stato calpestato il diritto di un qualsiasi viaggiatore che prenota un servizio e questo non è ammissibile. Ma quello che trovo ancora più riprovevole è il fatto che Trenitalia abbia commentato positivamente il fatto di essere riusciti a trovare in poco tempo il pullman per accompagnare a casa i ragazzi e i loro accompagnatori. Adesso mi chiedo: se i disabili fossero stati tutti su una sedia a rotelle, cosa avrebbe fatto Trenitalia in quel caso? Le mie parole vogliono “servire” a far capire che non si tratta solo di rispettare i diritti di una persona con disabilità, ma si tratta di rispettare i diritti di un essere umano, al di là di qualsiasi condizione di salute, etnia o sesso. I ragazzi e gli accompagnatori, da parte loro, accettando di prendere il pullman e rinunciando ai loro posti prenotati sul treno, hanno dato di fatto una grande lezione di umanità e civiltà alle persone che avevano occupato i loro posti e anche a tutti coloro che erano saliti nel vagone”.

“Non penso – aggiunge – ci possano essere scusanti per chi è intervenuto senza riuscire a far rispettare la legge. Conoscendo la tratta in questione, potrei dire quasi con certezza che spesso molti passeggeri salgono sprovvisti di titolo di viaggio e sono convinto che se il personale di Trenitalia avesse semplicemente fatto un controllo agli occupanti del treno, in quel momento molti sarebbero dovuti scendere. Ribadisco che trovo inaudito il fatto che nessuno sia riuscito a far lasciare il posto a chi di fatto aveva una prenotazione, lasciando sedute persone che non ne avevano il titolo e che avrebbero dovuto alzarsi immediatamente porgendo le scuse a quei ragazzi rispettosi della legge. Che questo sia l’ennesimo episodio che porti a far riflettere, a stimolare un dibattito costruttivo e a rispettare certi diritti universali che dovrebbero esserlo per tutti”.

Sulla questione, con una nota sulla propria pagina Facebook, è intervenuto anche il Pd toscano: “E’ doveroso che venga fatta chiarezza sull’increscioso episodio che il 18 aprile sul treno Genova-Milano ha visto rimanere senza posto, nonostante la prenotazione, 27 disabili in viaggio per iniziativa dell’associazione Haccade, una realtà toscana con sede a Montecatini in Val di Cecina a cui vogliamo innanzitutto esprimere la nostra solidarietà. Il tema é di grande interesse pubblico, riguarda la collettività e l’accesso a un servizio di trasporto pubblico: bene ha fatto il Partito Democratico a depositare una interrogazione al ministro dei trasporti Enrico Giovannini e al ministro dell’interno Luciana Lamorgese. I cittadini, scossi dalla vicenda, vogliono sapere e vogliono che non accada più. Più in generale questo episodio mette insieme le due barriere che dobbiamo rimuovere per una vera parità di opportunità tra persone: le barriere architettoniche e le barriere sociali e culturali. In entrambi gli ambiti il lavoro è ancora lungo e troppe volte trascuratezza, scarsa consapevolezza del tema dei diritti dei disabili e inciviltà si traducono in episodi come quello di lunedì scorso”.