Disturbi del comportamento alimentare: con la pandemia un’impennata di casi, soprattutto fra i più giovani

FIRENZE – I disturbi del comportamento alimentare nei giovani e nei giovanissimi sono sempre più frequenti e, anche in Toscana, i casi hanno registrato un’impennata in epoca di pandemia. Si tratta di un dato già emerso durante gli Stati generali della salute, che è stato confermato questa mattina, in commissione Sanità. La commissione, presieduta da Enrico […]

FIRENZE – I disturbi del comportamento alimentare nei giovani e nei giovanissimi sono sempre più frequenti e, anche in Toscana, i casi hanno registrato un’impennata in epoca di pandemia. Si tratta di un dato già emerso durante gli Stati generali della salute, che è stato confermato questa mattina, in commissione Sanità. La commissione, presieduta da Enrico Sostegni (Pd) ha effettuato le audizioni dei dirigenti delle Asl della Toscana, delle Aziende ospedaliero universitarie di Firenze, Pisa, Siena, del Meyer e dei responsabili dei Dca in merito a questa patologia. Audizioni che nascono da una richiesta contenuta in una proposta di risoluzione approvata qualche settimana fa in Consiglio e che vedeva come firmatari Elena Rosignoli e Marco Niccolai del Pd. “Un’occasione per avere uno sguardo a 360 gradi su un problema che abbiamo ben presente e la cui gravità era emersa durante i lavori degli scorsi mesi”, ha spiegato Sostegni.

Il quadro delineato conferma come i disagi dovuti al lockdown abbiano fatto esplodere i disturbi del comportamento alimentare. La responsabile per il Meyer Lucilla Bonvini, a cui afferiscono casi da tutta la Toscana e da tutti i servizi, ha spiegato che i pazienti, al giugno del 2021, sono aumentati di 4 volte rispetto agli anni precedenti. E se negli ultimi anni si era assistito a un calo dei ricoveri, adesso si registra un raddoppio. Numeri che creano problemi nella gestione. Anche da parte di Careggi è stato confermato un aumento: Valdo Ricca ha però sottolineato come il sistema di assistenza integrata messo in piedi abbia permesso di contenere la mortalità allo 0,4 per cento, quando la letteratura internazionale parla di una mortalità che si aggira sul 5 per cento. Simile la situazione descritta per le altre aziende e strutture della Toscana.

Dai vari interventi sono emerse alcune richieste comuni: quella di implementare il lavoro in rete, vista la complessità delle patologie che tocca molti aspetti; quello di aumentare le risorse a disposizione, che non bastano più; quella di rafforzare l’assistenza ambulatoriale e di formare medici e pediatri di famiglia, perché è importante una diagnosi precoce per prevenire cronicizzazioni. Ancora, quella di avere percorsi di cura ben definiti e variegati, che al momento non sono prefissati chiaramente soprattutto per quanto riguarda i ricoveri. Difficoltà si riscontrano per tutti i pazienti, ma soprattutto per la fascia dai 15 ai 18 anni, quando i ragazzi sono troppo grandi per essere curati in pediatria ma un ricovero in psichiatria non risponde alle loro necessità.

Gli addetti ai lavori hanno evidenziato due ulteriori tendenze: il fatto che il disturbo del comportamento alimentare sia sempre più spesso una manifestazione che si accompagna a una serie di altri disturbi psicologici o psichiatrici, e l’abbassarsi dell’età dell’insorgenza dei disturbi. Ormai ci si ammala dai dodici-tredici anni e ci sono casi di ricoveri di bambini di dieci. Enrico Sostegni ha annunciato che la Commissione lavorerà sulla questione, approntando un documento che possa sollecitare interventi da parte della giunta. “Sicuramente, appena sarà nuovamente attivo, chiederemo all’Organismo toscano per il governo clinico di farsi carico della questione dei disturbi del comportamento alimentare e dell’individuazione di percorsi definiti, – ha detto – così come solleciteremo l’individuazione, in ogni Asl, di posti chiaramente e appositamente dedicati a questo tipo di pazienti, la formazione dei medici di base e dei pediatri, una maggiore omogeneità dei servizi sul territorio”.