SESTO FIORENTINO – E’ stato approvato ieri in Consiglio comunale un ordine del giorno per l’inserimento del divieto di concessione di spazi pubblici ad organizzazioni dichiaratamente neofasciste. “Siamo molto soddisfatti – commenta il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi – per l’esito del voto di ieri pomeriggio sulla proposta di divieto di concessione di spazi pubblici a organizzazioni dichiaratamente fasciste. La stragrande maggioranza delle forze politiche presenti in consiglio ha confermato il profondo radicamento nella coscienza di Sesto Fiorentino dei valori su cui si basa la nostra democrazia, nata dalla lotta antifascista e dal riscatto di un popolo dopo vent’anni di dittatura, violenza, repressione”.
“Inserire nei regolamenti comunali il divieto di concessione di spazi a organizzazioni fasciste rafforza e attua quanto previsto già dalla nostra Costituzione – dice ancora il sindaco -. Il vento neofascista e neonazista che spira sempre più forte su tanti Paesi europei, i ripetuti episodi di intolleranza e violenza, i tentativi di riabilitazione di pagine nere della nostra storia ci dicono che non possiamo abbassare la guardia. Atti come quello di ieri richiamano le Istituzioni democratiche al proprio compito di vigilanza, perché in gioco non c’è la libertà di opinione, come viene fatto intendere da chi cerca di far passare l’idea che ‘tanto sono tutti uguali’. Il fascismo non è un’opinione come le altre perché è un’opinione che nega tutte le altre. Il fatto che tutte le forze politiche, da destra a sinistra, abbiano appoggiato questa proposta è significativo e importante; dispiace per la contrarietà del Movimento 5 Stelle, anche se non era inaspettata viste le sue prese di posizione a livello nazionale ed in Europa”.
“Nelle prossime settimane avvieremo con gli uffici le procedure necessarie per modificare i regolamenti vigenti – aggiunge Falchi – Le associazioni e le organizzazioni che presenteranno richieste di occupazione di suolo pubblico o di concessione di spazi comunali dovranno dichiarare esplicitamente la propria natura antifascista e democratica. Un atto di serietà e impegno che chi desidera usare per le proprie meritorie finalità beni pubblici ha il dovere di prendersi davanti alla nostra comunità e alla nostra storia”.